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“In punta di voce ha riscritto mito e storia”. Con queste parole il giornalista Marco Mangiarotti ha commentato la tragica scomparsa di Lucio Dalla, stroncato da un infarto ieri sera a Montreux (Svizzera), appena rientrato in hotel dopo il suo concerto.
Il cantautore bolognese, nato il 4 marzo 1943, nei suoi 50 anni di attività artistica ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat, alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana.
I cavalli ricorrono in molti suoi testi, come “Il Parco della luna”, “Anna e Marco”, “Viaggi organizzati” e “Nuvolari”, come simbolo di eleganza, di fierezza e di appartenenza storica. La sua discografia lo rappresenta come un musicista dai mille volti, dalle incredibili, finissime, capacità canore.
Mentre il mondo della musica è sgomento, a noi piace ricordare la sua voce e le sue parole. “Ah si, e' la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto. Anzi si sentiva felice e ricominciò il suo canto”, cantava Lucio Dalla, sulle note dell’indimenticabile canzone “Caruso”.
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