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ATTUALITÀ: L’equitazione italiana saluta Raimondo D’Inzeo
Celebrate al 4° Reggimento Carabinieri a cavallo di Tor di Quinto le esequie del grande Campione

C’erano davvero tutti questa mattina alla Caserma Salvo D’Acquisto di Tor di Quinto a Roma, sede del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo, per porgere l’ultimo saluto a Raimondo D’Inzeo, il Campione scomparso venerdì 15 novembre scorso a Roma all’età di 88 anni.
I funerali, officiati da Don Gino Carlino, Cappellano del Comando Unità Mobile e Speciali Palidoro, si sono svolti nel maneggio coperto del 4° Reggimento. A prendere parte alla cerimonia, oltre alla famiglia, agli amici e a chi per un motivo o per un altro ha conosciuto il grande Campione, c’erano le istituzioni civili e militari e tutta l’equitazione italiana. Presenti anche il Generale Leonardo Gallitelli, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, il Presidente del CONI Giovanni Malagò, il Segretario Generale del massimo ente sportivo italiano Roberto Fabbricini, il Presidente di CONI Servizi Franco Chimenti, in rappresentanza della Federazione Equestre Internazionale Giuseppe Della Chiesa e per la Federazione Italiana Sport Equestri, il Commissario Straordinario Gianfranco Ravà, i Vice Commissari Col. Max Andrè Barbacini, Alberto De Nigro, il Segretario Generale della FISE Alessandro Barbera e tutti i Presidenti dei Comitati Regionali. In prima fila la famiglia, la moglie Giuliana Mazzetti di Pietralata e Piero D’Inzeo, fratello di Raimondo, e compagno di mille vittorie sui campi gara di tutto il mondo. Commovente il ricordo di "nonno Raimondo", che durante la celebrazione a nome della famiglia ha letto la nipote Raimonda. A Roma tanti cavalieri italiani, tecnici, gli storici compagni di squadra, che hanno voluto porgere l’ultimo saluto a chi ha rappresentato per loro un amico, un istruttore, un cavaliere, ma sempre e comunque un grande punto di riferimento nella vita e nello sport.
"Sarà impossibile dimenticare Raimondo D'Inzeo - ha commentato il Commissario Straordinario della FISE Gianfranco Ravà - perché, per quel che é stato e per quel che ha fatto da uomo e da atleta, oggi lascia a tutti noi e all'equitazione italiana un patrimonio morale, che andrà custodito, difeso e donato ai più giovani. Per quei giovani che lo hanno conosciuto, ma anche per quelli che solo ne sentiranno parlare, il ricordo di Raimondo sarà esempio di vita e di sacrificio sportivo per ottenere - e lui lo ha dimostrato - immancabilmente la vittoria. L'equitazione italiana dunque - ha aggiunto Ravà - non può far altro che fare tesoro degli insegnamenti, che il grande Campione oggi ci dona; tutta l'equitazione italiana non può che dire "Grazie" a Raimondo D'Inzeo".





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