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Con l’ultimo giorno di gennaio si sono chiuse le qualifiche dell’equitazione per le Paralimpiadi di Londra. La squadra italiana, con 419 punti, ha chiuso al nono posto della ranking list FEI e ha quindi confermato la sua presenza ai Giochi, garantiti alle prime undici nazioni in classifica.
L’ultimo mese è stato al cardiopalmo: prima della chiusura delle qualificazioni si sono infatti tenuti tre CPEDI qualificanti negli Stati Uniti e altri tre in Europa. Francia e Belgio insidiavano da vicino la nostra squadra, ma alla fine ce li siamo lasciati alle spalle, con grande soddisfazione.
Ottenere la qualifica è stato però solo il primo passo, perché adesso comincerà tutto il lavoro di preparazione per cavalli e cavalieri, mirato ad arrivare a Londra nella migliore condizione possibile per figurare al meglio.
Il team che ci rappresenterà a Londra sarà selezionato a partire da una long list composta da Emanuele Burchianelli, Antonella Cecilia, Mauro Caredda, Sara Morganti, Francesca Salvadè, Silvia Veratti, Ada Ammirata ed Andrea Vigon.
Se molti hanno già vissuto l’esperienza olimpica – ricordiamo per tutti il 4° posto colto da Vigon quattro anni fa ad Hong Kong – molti sono al loro debutto in una competizione senza pari come sono i Giochi. Tra gli esordienti, la portacolori italiana, colei che negli ultimi anni ha dato all’equitazione paralimpica i più importanti successi: l’amazzone toscana Sara Morganti, che dopo aver sfiorato il bronzo agli Europei del settembre scorso, certamente non lascerà niente di intentato per costruire un’ottima performance a Londra.
Sara ha debuttato nel 2011 con il suo nuovo cavallo, Royal Delight, acquistato appositamente in prospettiva olimpica e ha sempre ottenuto percentuali di tutto rispetto negli internazionali cui ha preso parte.
E’ ancora giovanissima la ligure Francesca Salvadè, che ha temporaneamente messo in secondo piano la sua brillante carriera di amazzone nel salto ostacoli, per dedicarsi proprio al paradressage. Anche per Francesca un cavallo acquistato per questi impegni, risultati positivi e molte chance di un brillante futuro agonistico.
Burchianelli e Caredda fanno parte, con Andrea Vigon, della “vecchia guardia” dell’equitazione paralimpica, ma anche tutti loro, in particolare Burchianelli e Vigon, anch’essi con cavalli nuovi, sembrano pronti per ottenere risultati e successi.
Silvia Veratti, a sua volta decana del paradressage, anche se al momento infortunata, e Antonella Cecilia sono altre due colonne su cui poter fondare le nostre speranze.
Poi c’è la romana Ada Ammirata , anche lei con un cavallo nuovo a disposizione e una serie di buoni risultati nazionali e internazionali colti nell’ultima stagione.
Tutti questi atleti hanno lavorato con grandissimo impegno, non tirandosi mai indietro, mostrando una straordinaria disponibilità a lottare e a soffrire per ottenere i punti che avrebbero permesso alla squadra di arrivare a Londra, come poi è effettivamente accaduto.
I cavalieri paralimpici, lo sottolineiamo, non sono professionisti. Vivono del loro lavoro e, anche se supportati dalla Federazione, fanno spesso fronte in prima persone a tutti gli oneri necessari per competere ad alto livello. In questo lungo anno di qualificazione, hanno sempre guardato avanti, considerato tutte le difficoltà superabili, sono sempre stati convinti di arrivare al traguardo. Un gruppo straordinariamente unito, dove lo spirito sportivo e di gruppo viene sempre prima di tutto, dove la solidarietà, il sostegno e l’aiuto reciproco sono spontanei, scontati, dove ognuno è pronto a gioire o soffrire per il compagno di squadra.
Tutti in questo momento stanno festeggiando la qualifica, tutti sono pronti a lottare, a non mollare, a crederci sempre: per quel sogno olimpico che è e resterà sempre il traguardo di ogni carriera sportiva.

(*) Responsabile Paralimpica e Riabilitazione Equestre FISE