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(s.p.) Almeno il brodino è arrivato, forse anche qualcosa di più. Ma la strada verso la soluzione della crisi dell’ippica resta piena di insidie. Nelle ultime ore, a capo delle solite incertezze, si è aperto un minimo squarcio di speranza. La Commissione Affari costituzionali ieri non ha respinto come inammissibile l’emendamento che garantirebbe all’ippica i contributi statali anche per il 2012. Non era una decisione scontata, tenendo conto che la stessa commissione ha bocciato i due terzi degli emendamenti presi in esame. Ora la parola passa a un’altra Commissione della Camera, quella del Bilancio. In caso di ulteriore parere favorevole, anche questo non scontato, lunedì prossimo si metterà in moto la macchina dell’approvazione del decreto “Milleproroghe” (a sua volta non semplicissima), il maxipacchetto del governo Monti, che a quel punto comprenderebbe anche i fondi a favore del comparto in crisi e stravolto dai tagli del 40% dei montepremi e dei corrispettivi agli ippodromi.
Si tratterebbe, per fare un po’ di cronistoria, dell’ipotesi elaborata dall’ex ministro Luca Zaia, che aveva predisposto un finanziamento aggiuntivo di 129 milioni per sostenere l’attività ippica: fondi che andrebbero ritagliati dai proventi delle slot-machine (fenomeno in piena crescita nel nostro Paese) e assicurerebbero evidentemente una boccata d’ossigeno a un settore che, in ogni caso, dovrà predisporsi a una totale rifondazione. Il peggio avverrebbe proprio se, a fronte di una soluzione che resta assai complicata (al momento, la copertura finanziaria per questo intervento non c’è), gli operatori dell’ippica pensassero di poter ripartire come se nulla fosse accaduto. D’altro canto, facevano notare anche ieri a Montecitorio, guai a dimenticare che, a fianco dell’ippica e delle migliaia di cavalli e di lavoratori a rischio, sono ben 64 i settori produttivi che attendono risposte – e aiuti concreti – dal governo.
Di certo c’è che gli ippodromi italiani restano malinconicamente chiusi, come accade ormai da quasi tre settimane, tra manifestazioni, appuntamenti saltati (quasi un centinaio) e un’angoscia che si taglia col coltello. Niente corse anche nel prossimo weekend, poi si vedrà.