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Corse illegali di cavalli? Ci pensa la LAV

La crisi del settore ippico non ha causato soltanto problemi ai tanti lavoratori che oggigiorno si trovano a manifestare nelle piazze di tutta Italia, ma anche la facilità per i malviventi di organizzare molteplici corse clandestine di cavalli. Finalmente in questi giorni, anche grazie alle innumerevoli proteste di tutti gli interessati del settore, si è potuto notare che la LAV (Lega Anti Vivisezione) si è rivolta ai Ministri dell’Interno, delle Politiche Agricole, dell’Economia, della Salute e agli Assessorati regionali alla Sanità rivolgendo un appello nel timore che questa criminalità organizzata potesse approfittare della crisi.
Un giro d’affari di oltre 1 miliardo di euro l’anno tra truffe nell’ippica e corse clandestine di cavalli. E’ il resoconto che l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha svolto nella sua ricerca. Anche per Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio, è così: “La criminalità organizzata potrebbe approfittare della crisi che sta investendo il settore dell’ippica ufficiale per speculare sulla pelle dei cavalli. Basti pensare che in tredici anni (dal 1998 al 2010) In Italia sono state denunciate 2997 persone, sequestrati 1032 cavalli e bloccate 92 corse clandestine”. Un vero e bruttissimo retroscena, soprattutto per tutti quei cavalli che con questa vita raggiungono solo i 20 anni di età, mentre in una normale raggiungerebbero anche i 35-40.
“I cavalli devono però anche essere tutelati da ogni rischio di strumentalizzazione da parte del settore ippico che, a causa delle minori risorse statali, minaccia la macellazione di almeno 15 mila cavalli anziché prendere atto della riduzione del 25% delle scommesse solo nell’ultimo anno e dunque della disaffezione del pubblico verso queste discutibili competizioni che, benché legali, ormai interessano solo chi le fa – afferma la LAV – A meno che lo Stato non obblighi tutti noi a scommettere sui cavalli per mantenere in piedi questa industria, è necessaria una riconversione totale e davvero coscienziosa del settore, fino alla sua inevitabile scomparsa”.
“Tutto questo è una dichiarazione di totale fallimento dell’intero meccanismo di tracciabilità dei cavalli – conclude la LAV – Eppure di strumenti ce ne sarebbero, per non permettere ai cavalli sportivi di finire chissà dove, se davvero si avesse maggiore considerazione e tutela per questi animali che noi chiediamo possano essere equiparati, per legge, agli animali d’affezione”.

(Fonte: LAV.it)

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