Attualità

Centotrentamila. Un numero importante, un traguardo significativo. Centotrentamila come gli iscritti alla FISE al 31 dicembre 2011 (per la precisione sono 128.209), che conserva il trend di crescita espresso negli ultimi anni, consolidando la sua posizione di vertice nell’ambito delle federazioni olimpiche: è all’ottavo posto assoluto, nell’hit-parade aperta ovviamente dal calcio.
E’ una crescita due volte rilevante, se si considerano le oggettive difficoltà del Paese, e inevitabilmente dello sport italiano, e la peculiarità stessa delle discipline equestri: la controtendenza è evidente, visto il momento che stiamo attraversando a tutti i livelli.
I numeri, al solito, lasciano poco spazio ai dubbi. La FISE chiuse il 2009, primo anno della presidenza Paulgross, a quota 118.758 iscritti. In tre anni, ha guadagnato poco meno di diecimila unità. Non è un riscontro irrilevante, specie se si considera che nel numero complessivo, anno per anno, non vengono mai conteggiate dalla FISE le iniziative promozionali, che contribuirebbero facilmente a far dilatare la cifra totale. Parliamo insomma di riscontri oggettivi, non di numeri buttati lì a casaccio o con evidente auto benevolenza.
I tesserati, dunque, erano 118.758 a fine 2009. Poi 124.034 a fine 2010. E 128.209 oggi: 4177 in più, rispetto alla stagione precedente. La base cresce, la storica passione degli italiani per il cavallo si conferma anche sul piano pratico e al di là della crisi. E’ una realtà che viene accolta con soddisfazione, ma senza trionfalismi: nell’ottica di questa FISE, l’esercito dei 130 mila prima che un grande traguardo è soprattutto un buon punto di partenza. E un formidabile stimolo a fare sempre meglio.