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La depressione dei cavalliUna ricerca francese

La depressione del cavallo è individuabile. A sostenerlo è una ricerca condotta da alcuni studiosi dell'università di Rennes. Si tratti di Carole Fureix, Patrick Jego, Séverine Henry, Léa Lansade e Martine Hausberger. Una ricerca pubblicata sul magazine PLoS ONE, che, senza dubbio, non potrà che avvalorare quello che cavalieri e amazzoni particolarmente appassionati e sensibili hanno già appurato nella loro quotidianità.
I cinque ricercatori francesi hanno osservato il comportamento di 59 cavalli ospitati in un centro ippico. A finire sotto la lente di ingrandimento sono stati i comportamenti e le posture dei nostri amici da sella, per rapportarli a una possibile condizione di depressione. Lo studio ha dunque stilato una serie di indicazioni tipiche delle sindromi depressive. Prima fra tutte, la mancanza di reattività verso gli stimoli esterni. E ancora, l’immobilità del corpo protratta per la maggior parte della giornata, in box e all’aperto; lo sguardo fisso; l’immobilità di orecchie e testa; la posizione del collo parallela al pavimento, quasi a disegnare una linea retta dall’attaccatura della coda alla nuca.

"Un'immagine", suggeriscono gli studiosi, "che esprime un comportamento disperato”, come qualcuno di noi che si lascia andare, che non ha più motivazioni.

"I cavalli domestici fanno fronte a stress cronici, incluso quello del lavoro che può portare a disturbi del comportamento. Per esempio i nostri cavalli spesso sono costretti, nella propria vita quotidiana in scuderia, ad affrontare restrizioni di tipo sociale, come non stare con i propri simili, o di spazio, come essere reclusi in box o piccoli recinti per anni e anni, uscendo solo per lavorare", afferma un portavoce della ricerca.

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