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La storia del “Canto degli italiani”
Molte volte, grazie ai nostri campioni dell’equitazione, abbiamo ascoltato “Il Canto degli italiani”, conosciuto anche come Fratelli d'Italia dal suo verso introduttivo o come Inno di Mameli dall'autore del testo. Dopo le tante vittorie ottenute tutti noi cantiamo in coro questo canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli (testo) e Michele Novaro (musica), ma siamo sicuri che tutti conoscano il suo significato? Proviamo a riassumere la sua storia.


Goffredo Mameli, giovane studente e patriota, nell'autunno del 1847, scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, nel settembre dello stesso anno lo inviò a Torino nella casa del patriota Lorenzo Valerio, dove si trovava anche il maestro genovese Michele Novaro, il quale rimase subito stupito. Così il compositore ricordò quei momenti nell'aprile 1875 per una commemorazione di Mameli.


Gli inni patriottici come l'inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all'insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statuto Albertino, ed all'impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.


Il documento sonoro più antico conosciuto del Canto degli Italiani (disco a 78 giri per grammofono, 17 cm di diametro) risale al 1901 e venne inciso dalla Banda Municipale del Comune di Milano sotto la direzione del Maestro Pio Nevi.


Nella seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 l'inno di Mameli e molti altri vecchi canti assieme a quelli nuovi dei partigiani risuonarono per tutta Italia (anche al Nord, dove erano trasmessi dalla radio) dando coraggio agli italiani. In questo periodo di transizione, sapendo che la monarchia sarebbe stata messa in discussione e che la Marcia Reale sarebbe stata perciò provocatoria, il governo adottò provvisoriamente come inno nazionale “La canzone del Piave”. Nel 1945, dopo la fine della guerra, a Londra, Toscanini diresse l'esecuzione dell'Inno delle Nazioni, composto da Verdi nel 1862 e comprendente anche l'inno di Mameli, che vide così riconosciuta l'importanza che gli spettava.


Per molti decenni si è dibattuto a livello politico e parlamentare circa la necessità di rendere Fratelli d'Italia l'inno ufficiale della Repubblica Italiana, ma senza che si arrivasse mai all'approvazione di una legge o di una modifica costituzionale che sancisse lo stato di fatto riconosciuto peraltro anche in tutte le sedi istituzionali.


Poi, nel 2006 è stato discusso nella Commissione affari costituzionali del Senato un disegno di legge che prevede l'adozione di un disciplinare circa il testo, la musica e le modalità di esecuzione dell'inno Fratelli d'Italia. Lo stesso anno, con la nuova legislatura, è stato presentato al Senato un disegno di legge costituzionale che prevede la modifica dell'art.12 della Costituzione italiana con l'aggiunta del comma “L'inno della Repubblica è Fratelli d'Italia”. Nel 2008, altre iniziative analoghe sono state adottate in sede parlamentare peraltro senza mai portare a termine l'ufficializzazione nella Costituzione dell'inno che attualmente perciò resta provvisorio e adottato ad interim.


Infine, nel giugno 2012, è stato approvato il disegno di legge che prevede l'obbligo di insegnare nelle scuole italiane l'Inno di Mameli.   
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