Main
Official
RideUp
RideUp
Kadermin

CONI: UNO SPORT DA 25 MILIARDI DI EUROQuesto il giro di affari annuo del movimento agonistico italiano, secondo il Libro Bianco presentato al Foro Italico. Con un dato assai interessante per la FISE Un giro d’affari di 25 miliardi di euro, pari all’1,6 per cento del Pil nazionale; un pianeta popolato da 400 mila volontari, che garantiscono 200 milioni di ore di lavoro. Forse – oltre che, si sa, di santi, poeti e navigatori – l’Italia non è proprio un Paese anche di sportivi puri (la pratica è aumentata tra chi ha più di 40 anni, ma calata tra chi ne ha tra 20 e 25), ma lo sport qui pesa eccome. Non foss’altro perché, dati alla mano, sono 13 milioni gli italiani che lo frequentano con buona continuità.

Rilevanza sociale – Lo rileva in modo indiscutibile il Libro Bianco dello sport italiano, Sport-Italia 2020, fotografia fedele dello stato di salute del nostro movimento agonistico alla vigilia di Londra 2012. Uno studio interessantissimo, realizzato dal CONI in collaborazione con Prometeia e le università Bocconi di Milano e La Sapienza di Roma. Lo ha presentato ieri al Foro Italico il presidente Gianni Petrucci, accanto al segretario Raffaele Pagnozzi e al ministro dello Sport Piero Gnudi: con un pizzico di rammarico, visto che il documento era stato elaborato anche in previsione della candidatura ai Giochi del 2020, poi abortita, ma anche con comprensibile soddisfazione. Motivata non solo dal fatto che era dal 27 ottobre del ’66, sotto la presidenza di Giulio Onesti, che non veniva svolta un’indagine di questa portata.

“Alla luce di questi dati - ha detto Petrucci – si intuisce la rilevanza sociale dello sport: senza sport il Paese non ha futuro, anche per i riflessi benefici sulla salute dei cittadini. Credo che dopo l’accordo con il Miur per lo sport a scuola qualche progresso si sia registrato. I Paesi che ci sono davanti nel rendimento sono quelli che investono di più proprio nel settore scolastico. Nonostante questo siamo sempre tra i primi cinque Paesi per risultati ai Giochi Olimpici e negli ultimi 20 anni tra i primi dieci. Sono grato al ministro dell’Istruzione Profumo e al ministro Gnudi per la sensibilità mostrata nei confronti dello sport, anche in virtù del rinnovato accordo per l’alfabetizzazione motoria. Il CONI, tra l’altro, è stato il primo, senza presunzione, ad anticipare alcune delle mosse adottate dalla spending review: provvedendo a una riorganizzazione territoriale, con l’abolizione dei comitati provinciali, disponendo la chiusura degli uffici a ferragosto e a Natale. E’ sano realismo: questo è solo il primo atto di un documento che avrà uno sviluppo esaustivo, anche in relazione a quelle che saranno le prospettive".

100 miliardi dalle famiglie – Se il  ministro Gnudi si è soffermato sugli aspetti legati alla pratica sportiva (“Lo sport educa alla vita, ci sono aspetti salutistici. Il governo, d’intesa con il CONI, sta portando avanti molti progetti legati all’impiantistica, al tavolo nazionale per la governance dello sport, alla legge sugli stadi”), il segretario generale del CONI Raffaele Pagnozzi è entrato nel dettaglio dei numeri presenti sul libro: “La spesa sostenuta direttamente dalle famiglie per praticare l’attività sportiva è pari a 100 miliardi di euro all’anno. Per un calcolo complessivo del costo sostenuto dagli individui, va aggiunto anche il valore economico del volontariato che si attesta a 28 miliardi, con circa 15 milioni di volontari impegnati settimanalmente per 4 ore. Evidente è la correlazione tra prodotto interno lordo pro capite e livello di penetrazione della pratica sportiva. I praticanti continuativi sono 13 milioni, il 32% di questa cifra appartiene alla popolazione sopra i 3 anni: oltre 200 milioni di ore di lavoro volontario, elemento caratteristico dello sport italiano, rappresentano sicuramente un positivo fenomeno di passione civile ma anche un vincolo allo sviluppo di un approccio professionale. Ci sono criticità, come la mancanza di un finanziamento automatico, la disomogeneità delle risorse messe a disposizione dalle Regioni ma anche dei punti di forza, come la solida governance a livello territoriale, una legge antidoping di livello mondiale, l’apporto della CONI Servizi che, oltre ai 409 milioni di finanziamento statale garantiti al CONI (più 12 milioni di sponsor e ricavi propri), rende disponibili ulteriori risorse autonome per 26 milioni. Le criticità, rappresentate dai problemi di crescita della pratica sportiva dopo i 15 anni (che torna a salire dopo i 40 anni), dovrà essere un punto da sviluppare nelle politiche delle federazioni sportive, senza dimenticare le differenze geografiche dei dati, legati soprattutto al reddito”.

La FISE nella top-10 – Questi ultimi dati forniscono spunti di riflessione interessanti per quanto concerne i riflessi sulla FISE. Se la Federazione italiana sport equestri è già fortemente impegnata nello sviluppo dell’attività di base in generale e di quella giovanile in particolare, il riferimento al finanziamento statale, oggetto frequentissimo di discussioni (e, soprattutto, timori), suggerisce un ulteriore spunto. La FISE figura infatti al 10° posto di un’importante classifica, pubblicata nel Libro Bianco, relativa alla minore incidenza percentuale del contributo CONI sul bilancio.

Su 45 federazioni nazionali indicate, la FISE è appunto una delle dieci al di sotto di quota-20%: l’80 per cento delle sue risorse provengono da entrate alternative al finanziamento pubblico. Tanto per avere un’idea, nella stessa area della FISE ci sono il rugby (lo sport che, forte dei formidabili proventi dei diritti televisivi per il Sei Nazioni, è oggi più in grado di autofinanziarsi), la danza sportiva, l’Automobile Club, il volley, il basket, il tennis, il motociclismo, il nuoto, il golf.

Tutti sport per i quali i quattrini di provenienza statale – come detto quest’anno già in netto calo, da circa 480 a 409 milioni di euro, e purtroppo vittime predestinate di ulteriori tagli – hanno un’incidenza contenuta appunto sotto la soglia del 20% del bilancio totale. Non capita certo così, per capirsi, a badminton e motonautica, che guidano la classifica con distacco: per loro, il contributo CONI rappresenta oltre il 90 per cento delle entrate.

Che dire? E’ evidente come in un momento economicamente complicato come quello che stiamo attraversando, e nella prospettiva di una nuova riduzione delle disponibilità sul fronte CONI-governo, per l’architettura finanziaria che si è data e che sta via via potenziando, la FISE abbia maggiori possibilità di guardare al futuro con serenità. Continuando ad impegnarsi, è ovvio, sul terreno della ricerca di risorse alternative (un progetto, questo, già in corso), ma anche con la convinzione di poter conservare gli attuali livelli di sostegno all’attività sportiva, se non addirittura di incrementarli.





Qui, in allegato la sintesi de Il libro Bianco dello Sport italiano 






Media Partner
Cavallo Magazine  Equestrian Time
Charity

 

artlogo ops ETS color rid

Supplier Logo Askoll Gold Span My Horse 40X40 LOGO ECOHORSE CON SCRITTA