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Come combattere l’infezione da West Nile

L’infezione da West Nile continua a minacciare l’Italia
Quando sembrava che nel nostro Paese non ci fossero che casi sporadici e isolati di questa infezione, l’imponente focolaio scoppiato lo scorso anno in Sardegna, ha riproposto in tutta la sua drammaticità il pericolo e il danno (morale e materiale) che questa malattia costituisce.
E’ auspicabile e possibile evitare la nefasta esperienza degli Stati Uniti, dove la malattia ha colpito duramente: 15.000 casi nel primo anno di apparizione della malattia (2002) con un costo trattamento per cavallo oscillante da 350 e 8.500 dollari ( il costo inferiore era dovuto alla morte del soggetto).


Riepilogo dei focolai registrati in Italia nel 2011 (Fonte Istituto Zooprofilattico Teramo)
Cos’è l’infezione da virus West Nile?
L’infezione è causata dal virus West Nile (WNV), che viene trasmesso ai mammiferi attraverso il morso di zanzare che hanno raccolto il virus da uccelli portatori. E’ noto che ad essere colpiti in modo particolare da questo virus sono i cavalli e gli esseri umani. Il virus viaggia nel circolo sanguigno fino a raggiungere il cervello e il midollo spinale, determinando un’infiammazione che può portare a sintomi neurologici molto gravi, anche fatali.

Dove si verifica?
Originato in Africa molti anni fa, il virus si è diffuso in tutto il mondo e la sua presenza è ora nota in Australia, Asia, Europa e Nord America. Diagnosticato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1999, negli anni successivi la malattia causata dal WNV divenne rapidamente epidemica diffondendosi in ogni paese e interessando decine di migliaia di cavalli, con un tasso di mortalità considerevole. Recentemente il WNV ha cominciato a riapparire in Europa con una nuova epidemia iniziata in Italia nel 2008, dove la malattia è tutt’ora considerata endemica.


Quali sono i sintomi clinici?
I sintomi possono comparire entro 3-15 giorni dall’infezione e sono:
- febbre e sintomi influenzali
- perdita dell’appetito
- depressione e/o letargia
- incapacità di deglutire
- riduzione della capacità visiva
- pressione della testa contro oggetti o inclinazione della testa
- andatura incerta e malferma
- debolezza e tremori muscolari
- movimenti erranti afinalistici e/o di maneggio
- paralisi parziale
- incapacità di alzarsi senza supporto
- convulsioni, coma.


Come viene diagnosticata?
L’infezione da virus West Nile dovrebbe essere presa in considerazione quando il cavallo mostra uno o una combinazione dei sintomi descritti sopra, specialmente se è stato in una zona dove la malattia è endemica (Italia).
I casi potenziali devono essere diagnosticati prontamente allo scopo di dare inizio al trattamento di supporto necessario. Pertanto è molto importante richiedere l’intervento di un veterinario nel caso in cui un cavallo mostri uno dei segni sopra elencati.
La diagnosi definitiva, per escludere altre malattie neurologiche, è possibile solo attraverso esami di laboratorio, in genere basati sul prelievo di campioni di sangue allo scopo di diagnosticare specifici antigeni di WNV o specifici anticorpi presenti nello siero di sangue.
Deve essere considerata anche l’anamnesi di vaccinazione contro il WNV, dal momento che questa potrebbe escludere o confondere la diagnosi.

Quale trattamento possibile?
Non esiste un trattamento definitivo per la malattia di West Nile. I cavalli producono naturalmente anticorpi diretti specificamente contro il virus West Nile e possono essere in grado di superare un caso lieve di malattia. Tuttavia, tutti i casi diagnosticati richiedono attenzione veterinaria.
Il trattamento è di supporto, diretto alla gestione della malattia e dei suoi sintomi. Quando un cavallo mostra sintomi neurologici gravi, è necessario che venga trattato nell’ambito di un contesto clinico. E’ necessario che tali cavalli siano mantenuti in un ambiente sicuro, con pareti imbottite e lettiere spesse. Per questi soggetti potrebbero inoltre essere di aiuto sistemi di protezione per la testa allo scopo di evitare eventuali auto lesioni. Per i soggetti incapaci di rimanere in stazione quadrupedale senza assistenza potrebbero essere necessari speciali imbracature di sostegno.
E’ indispensabile garantire un’adeguata idratazione e nutrizione. Nel caso in cui il cavallo non sia in grado di alimentarsi autonomamente potrebbe essere necessario ricorrere alla somministrazione endovenosa di nutrienti e fluidi. Altre misure di supporto possono comprendere l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei, sedativi e farmaci antivirali, anche se l’efficacia di questi ultimi non è ancora stata dimostrata.
Il recupero dalla malattia clinica può durare molti mesi. Se il cavallo sopravvive possono comunque persistere danni permanenti a carico del sistema nervoso centrale.

E’ prevenibile?
Per la prevenzione della malattia causata dal virus West Nile sono importanti sia la vaccinazione, sia le misure dirette a minimizzare l’esposizione al vettore (zanzara).
La riduzione dell’esposizione al vettore riduce il rischio di contrarre la malattia. In ogni caso i singoli individui sono del tutto protetti dall’insorgenza dei segni clinici della malattia attraverso la vaccinazione.
Vaccinazione.
La vaccinazione è in grado di azzerare il rischio dei cavalli di patire le conseguenze dell’infezione da virus West Nile. Questa efficacia è stata ben dimostrata negli Stati Uniti, dove il numero riportato di cavalli infetti si è ridotto di anno in anno a partire dal picco epidemico verificatosi nel 2002.
Per proteggere i cavalli contro il virus West Nile, il programma di vaccinazione dovrebbe essere pianificato prima dell’inizio della stagione delle zanzare, in modo che i cavalli siano completamente protetti prima di essere esposti al rischio del morso delle zanzare. Già da ora è importante vaccinare. In ogni caso è utile ricordare che la vaccinazione è efficace per 12 mesi. Ciò fa sì che, indipendentemente da quando si vaccina, sia importante ricordarsi di fare il richiamo dopo un anno.
Controllo dei vettori.
Gli insetticidi rappresentano un metodo semplice per ridurre la popolazione di zanzare adulte. Per controllare la fonte principale di zanzare, le misure dovrebbero essere dirette all’eliminazione del terreno ideale alla loro riproduzione (acque stagnanti) allo scopo di ridurre il numero delle larve di questi insetti.
Vaccinazione: domande e risposte.
I cavalli infetti con il virus West Nile possono infettare altri animali?
No, il virus West Nile viene trasmesso attraverso il morso delle zanzare infette. La zanzara si infetta esclusivamente succhiando il sangue da uccelli portatori. Il WNV trasmesso ai cavalli non si replica all’interno del cavallo stesso a livelli abbastanza elevati da consentire l’eventuale infezione successiva di un’altra zanzara. I cavalli (e l’uomo) sono pertanto considerati “ospiti senza via d’uscita”. La presenza di un focolaio di infezione da virus West Nile (scoperta di un cavallo infetto o sospetto) deve essere denunciata a qualche autorità? Sì. La malattia di WNV deve essere denunciata alle autorità sanitarie competenti di ciascun paese. Tutti gli animali infetti devono essere denunciati.
Perché è importante denunciare la presenza di un focolaio e quali rischi corre il proprietario di un cavallo infetto?
La conoscenza della presenza di un focolaio è un’informazione fondamentale per le Autorità Sanitarie Nazionali che da anni si stanno impegnando per mappare la presenza del virus nel nostro territorio e allestire eventuali misure preventive (ricordiamoci che stiamo parlando di una zoonosi, cioè di una malattia che colpisce anche l’uomo) e per restituire informazioni preziose agli operatori sanitari veterinari (e anche ai proprietari di cavalli) sulla diffusione della malattia e sull’eventuale adozione di piani di profilassi. Il proprietario di un cavallo infetto non corre nessun rischio, né sanitario: i cavalli infetti non sono contagiosi, cioè non trasmettono la malattia ad altri cavalli o esseri umani; né restrittivo: il Regolamento di Polizia Veterinaria non prevede nessun provvedimento restrittivo a carico dei soggetti infetti e delle strutture che li ospitano (quindi niente isolamento, sigilli, altre sanzioni e men che meno abbattimento del cavallo).
Perché è necessario vaccinare ancora il cavallo contro certe malattie infrequenti?
Il virus West Nile circola già nelle popolazioni di uccelli dell’Europa (migratorie e stanziali) e le specie di zanzare Culex che trasmette la malattia ai cavalli è ampiamente distribuita per tutta l’Europa. Per questo, lo scoppio di un’epidemia è possibile in ogni momento.
L’unico modo per impedire che il cavallo soccomba alla malattia (il 40% dei cavalli con sintomatologia clinica muore) è attraverso la vaccinazione. Inoltre la vaccinazione eseguita per fronteggiare un’imminente epidemia può essere una misura tardiva per proteggere i cavalli, in quanto la protezione totale da vaccino viene raggiunta solo a 3 settimane dal completamento del ciclo vaccinale primario. A vaccinazione eseguita, l’immunità perdura per 12 mesi, pertanto è necessario un richiamo annuale. Infine, ogni cavallo che viaggia verso aree dove il virus West Nile è endemico ( es. America del nord, Italia) dovrebbe essere vaccinato almeno 6 settimane prima del viaggio, allo scopo di assicurarne la protezione completa nel momento in cui esso entra nel paese di destinazione.
Da quale età può essere vaccinato il puledro?
I puledri possono essere vaccinati a 6 mesi di età.
Gli anticorpi materni anti-WNV possono essere trasmessi dalla fattrice al puledro?
Sì. La vaccinazione di una cavalla gravida circa 5-6 settimane prima del parto può conferire immunità passiva al puledro fino a 4 mesi.
Pfizer Animal Health insieme a FISE, con cui ha recentemente stretto un rapporto di partnership, si sta fortemente impegnando a sostegno della campagna di profilassi contro l’infezione da West Nile (FIGHT the BITE), nell’interesse del benessere e della tutela della salute del cavallo.




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