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Paulgross: “Un cambiamento che va incontro alle esigenze del nostro mondo”

Il nuovo regolamento del salto ostacoli, in vigore dal 4 giugno, è stato illustrato dal presidente della FISE, Andrea Paulgross, in un’interessante intervista rilasciata a ClassHorseTv, che è andata in onda ieri sera e verrà replicata nei prossimi giorni.

La FISE vara un nuovo regolamento con riflessi che vanno dalla parte dei cavalieri, degli organizzatori e della federazione stessa. Presidente Andrea Paulgross, da dove nasce l’idea del nuovo regolamento del salto ostacoli, dopo il lancio del Progetto Scuderie?

L’idea nasce dalle esigenze che abbiamo tutti: quelle del nostro ambiente e quelle dell’Italia in generale. Il nostro impegno è cercare di semplificare l’attività sportiva a beneficio dei nostri tesserati, dei nostri circoli organizzatori, di chi partecipa alle manifestazioni. Andando nella direzione di abbattere i costi: ridurre quindi il costo di iscrizione ai concorsi, e ridurre i costi di chi li organizza, semplificando quello che è il nostro meccanismo regolamentare. L’idea nasce insomma da una precisa esigenza dell’ambiente: semplificare e abbattere i costi”.

Quali costi verranno abbattuti, appunto?

Sono aspetti tecnici che illustrerò brevemente. Peraltro, va detto che questo non è ancora l’approdo finale delle riforme. Abbiamo già iniziato nel salto ostacoli con un progetto sportivo molto forte che deve essere finanziato, fa parte di un meccanismo che stiamo mettendo in piedi per mettere a sistema e ordinare l’attività sportiva del salto ostacoli e, poi, anche delle altre discipline. Siamo così partiti dall’idea di togliere alcune norme che negli anni si sono andate sedimentando nel nostro voluminoso regolamento del salto ostacoli, norme che ci sono sembrate superate dal tempo e non più in linea con l’esigenza, appunto, di abbattere i costi dell’organizzazione. Per cui ci sono alcuni passaggi che magari presi uno per uno possono non sembrare decisivi, ma messi insieme nel pacchetto complessivo sicuramente andranno a ridurre i costi dei concorsi. Conseguentemente sarà possibile abbattere i costi di ingresso per il tesserato che vuole partecipare alla manifestazione sportiva”.

In questo modo ci si vuole garantire per il futuro un maggior numero di manifestazioni e di iscritti ai concorsi?

L’obiettivo è quello di aprire le porte, di fare entrare più gente, di fare in modo che più persone possano montare a cavallo e fare competizione. La verità è che oggi la federazione e chiunque si occupa di questo ambiente capisce che i nostri circoli, chi fa attività, chi organizza, vive un momento difficile da un punto di vista economico. I nostri circoli non vivono sulla luna, ma all’interno di un paese, l’Italia, che vive una fase tutta particolare e che dobbiamo affrontare con la massima serietà e attenzione. Questo è veramente il momento dello scrupolo, dell’attenzione verso le esigenze dei circoli, di quanti vivono e lavorano nel nostro ambiente”.

Quando verrà attuato questo programma?

Partirà a metà dell’anno, col mese di giugno (il 4, per la precisione) andrà a regime. Inizia questa fase con il mondo del salto ostacoli, non perché sia l’unica disciplina che seguiamo con attenzione, ma perché è quella che più impatta sull’attività sportiva dei nostri tesserati: il numero di gran lunga maggiore dei nostri affiliati fa concorsi di salto ostacoli. Era lì che avevamo bisogno di far partire la riforma. Poi, ripeto, abbiamo iniziato a prendere una direzione precisa: cercare di corrispondere il più possibile alle esigenze concrete della nostra gente. Oggi la situazione è veramente difficile per tutti. Noi non possiamo restare a guardare, abbiamo bisogno anche di farci venire delle idee, come, per esempio, andare a destrutturare il costo dei concorsi ippici. Quindi abbiamo tolto alcune cose che erano obbligatorie, ad esempio lo speaker e il segretario di giuria; abbiamo ridisegnato il rapporto coi cronometristi, per cui ci sarà un risparmio forte anche su questo piano. Si tratta di interventi che magari si aspettavano da tempo, in questo momento così particolare abbiamo riunito diverse commissioni di tecnici e ci siamo messi al lavoro. Effettivamente, dopo un primo momento di incertezza, tutti hanno capito e tutti si sono trovati d’accordo su alcune piccole riforme. Che poi messe insieme forse non sono tanto piccole, visto che l’abbattimento dei costi dell’organizzazione, alla fine, è una grande riforma. Ci siamo tutti resi conto che fare una cosa del genere era possibile da tempo e che fosse utile e intelligente farla adesso. Prima, non c’era probabilmente questa impellenza. Muovendo da questa difficoltà, insieme a tanti nostri tecnici (abbiamo, ripeto, commissioni che sono al lavoro per mesi su questi argomenti), abbiamo prodotto un primo risultato significativo, l’abbattimento dei costi che impatta anche sull’ingresso dei tesserati che partecipano ai concorsi. Quindi anche una riduzione, per adesso parziale, del costo dell’iscrizione ma che andrà a regime con una rivisitazione completa dell’attività sportiva”.

I cambiamenti riguardano anche i veterinari di servizio ai concorsi?

Il veterinario ovviamente sarà sempre presente. La differenza sta nel fatto che il comitato organizzatore prima doveva pagarlo secondo le tariffe fisse previste dal’Ordine dei veterinari, mentre da oggi in poi i comitati organizzatori potranno trattare gli onorari direttamente con i veterinari stessi. Una liberalizzazione in questo senso che non toglierà qualità né sicurezza al servizio, ma consentirà un risparmio laddove questo sarà possibile”.

Questi cambiamenti riguarderanno tutti i concorsi?

Cambiamenti riguardano un po’ tutti, ma sono di diversa forza e natura. Siamo andati a deregolamentare soprattutto sui concorsi meno importanti e meno su quelli di maggiore qualità”.

Si è seguito un modello estero?

Tanti addetti ai lavori mi dicono un po’ la stessa cosa: che si vede finalmente un meccanismo che comincia a prendere forma. Che diversi segmenti si uniscono, come avviene per l’attività sportiva di vertice – con allevatori, proprietari, scuderie, team manager – insomma un intero sistema comincia a ragionare all’unisono. Non è finita, siamo solo a metà del guado, però si comincia a vedere un ragionamento complessivo. Ed ecco, per rispondere alla domanda, quelle che ci hanno ispirato i cambiamenti sono idee che nascono all’interno del nostro ambiente, sono idee italiane, ma effettivamente abbastanza innovative anche rispetto all’organizzazione in questo caso dei concorsi stranieri”.

I tecnici presenti all’interno di questo progetto sono serviti magari per dare più voce ai cavalieri?

Questo regolamento nasce da un’idea, mia e di altri dirigenti. Poi l’applicazione, come ogni volta, deve inevitabilmente venire dal comparto tecnico, che deve sviluppare idee che nascono appunto dal Consiglio federale, dalla Consulta, dai massimi dirigenti della federazione. Poi, sono i tecnici che devono mettere mano su cose così specifiche, così sofisticate per chi non le conosce a fondo. E, quindi, la soddisfazione è stato vedere che nel tempo si è cominciato a produrre una riforma, che magari è un primo step: ma la direzione si vede tutta, ed è appunto quella della destrutturazione, della semplificazione e dell’abbattimento dei costi”.

Dopo il Progetto Scuderie, con questo nuovo regolamento si punta a un obiettivo ben specifico?

Andare incontro all’attività sportiva, semplificarla, peraltro mantenendo, meglio concentrando tutti noi su quelli che sono i veri obiettivi dell’attività sportiva. Il regolamento non è fatto per sé stesso, non deve servire a giustificare la presenza di un giudice. I regolamenti servono nella misura in cui indirizzano l’attività. In questo caso quella sportiva. Togliere un po’ di attenzione sul momento formale del regolamento, ricordandoci che la cosa più importante è che le persone montino bene a cavallo e che i cavalli saltino bene, che i giovani cavalli vengano lavorati bene, in campo. Anche questo è un effetto indiretto di una riforma che deregolamenta in parte alcune norme ormai veramente superate, ma che è nella direzione dell’aumento e del miglioramento dell’attività sportiva, proprio perché ci ricorda che il regolamento è a supporto dell’attività medesima, non è la cosa principale in sé”.

Avete un’idea per un futuro con il Riders Club Italia?

E’ un sogno che è diventato realtà. Lo dico con entusiasmo. Dopo tanto lavoro si comincia a vedere un gruppo dirigente anche nuovo, che si mette al lavoro all’unisono. E’ bellissimo veder parlare i proprietari, con le loro esperienze, con il loro vissuto, con i loro tanti investimenti negli anni, con i cavalieri; cominciare a trovare ad esempio quest’idea, che è una necessità del Progetto Scuderie, in merito il business plan: un programma che ogni scuderia che deve costruire, da un punto di vista sportivo ed economico, il proprio futuro; e vedere di conseguenza la sponda tra la scuderia e la federazione. Lo staff tecnico della FISE è a disposizione per costruire da qui a Rio de Janeiro i programmi economico-sportivi, perché serve un sostegno economico importante , da qui alle prossime Olimpiadi. Vedere che a uno stesso tavolo i cavalieri, alcuni rappresentanti dei cavalieri, lavorano coi rappresentanti dei proprietari sull’economia delle scuderie, su come andare a recuperare risorse, su quali terreni chiedere alla federazione un intervento, un incentivo, uno sforzo… Ecco, tutto questo non è la soluzione del problema, ma è sicuramente la premessa alla soluzione. E questa è una grandissima soddisfazione: lo dico volentieri perché mi fa sinceramente piacere vedere i rappresentanti dei Board federali al lavoro insieme, per trovare soluzioni congiunte. Anche perché sono convinto che se continuiamo a lavorare così il risultato per forza viene. Al nostro ambiente dico: stiamo, state cominciando a lavorare, si vede un’idea di lavoro congiunto. Se arrivano risultati già adesso ben venga, ma non sono la pietra angolare del vostro e del nostro futuro. Non possono esserlo adesso, perché noi abbiamo lanciato un progetto di rivisitazione vera del sistema sportivo di vertice del salto ostacoli senior e quindi se c’era bisogno di una riforma rivoluzionaria non era perché mancava poco al risultato vero, ma perché mancava parecchio. Ora, ovviamente, c’è anche bisogno di tempo. L’ho detto ai cavalieri, ai team manager: diamoci, datevi il tempo necessario. Poi se riusciamo a portare a casa qualche Coppa delle Nazioni già quest’anno sarò il primo a esserne contento”.

Con il nuovo regolamento si permetterà ai nostri cavalieri di fare più esperienza all’estero?

Da tutte le riforme regolamentari che andiamo ad implementare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi usciranno anche più risorse in qualche modo per l’ambiente e anche per la federazione. Sarà possibile avere anche una quota per finanziare l’attività sportiva di vertice in maniera più intelligente di quanto non sia stato fatto negli ultimi anni”.

C’è già un’idea di come potrà essere gestita questa quota?

Sì. E’ strettamente legata al Progetto Scuderie. L’impegno di adesso è proprio di andare a trovare risorse interne ed esterne all’ambiente, senza ovviamente gravare sull’attività degli organizzatori, dei cavalieri, di chi partecipa ai concorsi. E’ uno sforzo che facciamo nelle pieghe dei nostri regolamenti, però il primo passaggio già ci mostra che dobbiamo avere fiducia in questo lavoro. E l’idea è appunto quella di avere ogni anno una sorta di ‘tesoretto’ da dedicare all’attività sportiva di vertice. Noi siamo reduci da un fine settimana fantastico per l’equitazione italiana, abbiamo conquistato per la prima volta un podio ad una finale di Coppa del Mondo in una disciplina olimpica. Il risultato di Valentina, di Eremo e di Enzo, vale a dire della Scuderia Truppa, è la dimostrazione che una programmazione intelligente, perseverante, negli anni porta da qualche parte. Anzi, può portare molto lontano, addirittura forse più lontano di quanto si potesse sperare”.

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