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Hans, il cavallo intelligentedi Daniela Cursi.

Hans, detto “l'intelligente” era un cavallo di razza Orlov, vissuto in Germania nei primi del 1900.

Il suo proprietario, Wilhelm von Osten, era un insegnante di matematica e addestratore di cavalli. Dopo alcuni esperimenti, Osten rivelò che il suo equino era in grado di sommare, sottrarre, moltiplicare, dividere, lavorare con le frazioni, scandire il tempo, seguire il calendario, differenziare i toni musicali e leggere e capire il tedesco. Alle domande, Hans rispondeva indicando o battendo con il proprio zoccolo.

A gettare maggior luce sulla tesi del matematico, fu lo psicologo Oskar Pfungst che dimostrò che il cavallo, in realtà, non era capace di operazioni mentali, bensì era un acuto osservatore: lui rispondeva direttamente ai segnali involontari del linguaggio del corpo dell'addestratore, riuscendo a risolvere i problemi che gli venivano sottoposti. Per andare più a fondo alla questione, lo psicologo nominò un gruppo di 13 persone, noto come "Commissione Hans". Ebbene, quello che gli esperti scoprirono fu che il cavallo rispondeva con un “sì” o con un “no”, battendo per terra, e le sue risposte erano sempre corrette, qualunque fosse la persona che poneva le domande, solo se gli stava di fronte e solo quando la persona conosceva la risposta.

Pfungst constatò, pertanto, che il cavallo reagiva agli stimoli visivi del linguaggio corporeo di Osten, riuscendo a cogliere le involontarie modifiche posturali ed espressive che intervenivano nel corso degli esperimenti. Hans passò alla storia come il cavallo intelligente, ma noi appassionati preferiamo definirlo “particolarmente intelligente rispetto ai suoi simili”.


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