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Kadermin

Sono passati nove mesi dalla mia elezione, mesi nei quali ho cambiato le mie abitudini secondo le esigenze derivanti dalla carica federale. Fortunatamente avendo delegato ai miei figli l’azienda, ho potuto dedicarmi a tempo pieno alla Federazione. Da subito ho capito che la situazione richiedeva una presenza costante e praticamente mi sono trasferito a Roma dove ho cercato di entrare in un sistema più complesso di quello che dal di fuori si poteva immaginare. Non dimentichiamo che per motivi diversi la FISE, per qualche anno, ha subito continui travagli pertanto le problematiche di questa macchina dello sport sono quotidiane ed innumerevoli ma fortunatamente tutti i funzionari collaborano attivamente.

C’è stato un travaglio di mesi per trovare un Segretario e spesso il lavoro si è accumulato pur restando io in ufficio per tutta la giornata.

La situazione amministrativa è risultata diversa da quella che ci aspettavamo e sicuramente più pesante.  Accordi firmati blindati fino al 2015 e oltre, e non sempre condivisibili, hanno rallentato la gestione, per non dimenticare i pregressi rapporti difficili con il CONI che ha guardato ogni mossa con preoccupazione e di cui solo ora riusciamo ad avere la piena fiducia.

Inizialmente ho cercato girando tutta l’Italia di essere un Presidente presente; ho partecipato a molte premiazioni nelle varie discipline perché fa piacere premiare i vincitori ma, soprattutto, ho potuto così ascoltare i più disparati problemi, molto diversi da regione a regione, cosa peraltro da me constatata già in campagna elettorale. Ho dato la massima disponibilità a colloquiare e ho cercato di recuperare rapporti difficili con discipline che piano piano si stavano staccando dalla FISE.

Ho concluso i protocolli con MIPAAF e FITETREC. Il primo porterà un grande passo avanti sia nell’inquadramento per i centri ippici e per le figure che lavorano in essi, sia nell’aiuto tecnico per la crescita del cavallo italiano. Il secondo riunirà, nel tempo, tutte le specialità equestri creando così una unica grande famiglia.

Grandi margini di sviluppo numerico e qualitativo scaturiranno dall’attività Pony alla quale ho voluto dare la massima importanza creando il “Dipartimento Pony Club” che si occuperà esclusivamente del settore.

Una basilare innovazione è stata data dall’introduzione del Sistema Unico Italiano, che avrà effetto sugli istruttori, sui tecnici, sul programma giovani cavalieri e sui giovani cavalli: tale programma verrà attuato a partire dal 2016, anche tramite il Circuito di Crescita.

E’, altresì, chiaro che la mia presidenza è una presidenza di corsa. Non avendo a disposizione i soliti quattro anni, il lavoro deve essere accelerato e non sempre questo premia. Oggi poi c’è la realtà della comunicazione da gestire perché le notizie volano nello spazio di pochi secondi. I tempi si sono evoluti più velocemente delle persone. Oggi si pretende trasparenza e informazione immediata e la struttura FISE si sta adeguando per cambiare i tempi: la burocrazia in un organo così complesso è fortemente predominante, ma ci stiamo provando. Si cominciano a comunicare dati e documenti che mai prima venivano portati a conoscenza o venivano richiesti. Queste pressioni spesso portano a fare errori: è evidente che oggi tutti vogliamo costruire un’equitazione migliore, affidare ai nostri ragazzi un mondo più semplice, regole più facili, tecnici, direttori di campo, giudici più preparati. Il continuo attacco non facilita il compito di questa Federazione che vorrebbe andare incontro a tutti e che, mi auguro, ci riuscirà.

E’ bello vedere l’interesse dei tesserati, ma sarebbe più bello che gli eventuali errori venissero messi in evidenza serenamente e in modo costruttivo per poterli emendare.

La politica è importante ma non deve prevaricare lo sport, l’agonismo, l’ambiente. La giusta opposizione è positiva, l’accanimento fa solo regredire. Molte mie idee innovative per una CRESCITA generale potrebbero portare alla Base significativi cambiamenti che richiedono, però, volontà e coraggio per affrontarli, collaborazione e tempo per essere assimilati.

D’altronde si sa che ogni cambiamento suscita timore!

Dalle discipline non olimpiche abbiamo ricevuto 14 medaglie nei Campionati Europei, molte vittorie importanti e grandi soddisfazioni ma il nostro sguardo va anche alle discipline olimpiche che salvo qualche spunto vincente attraversano da anni una profonda crisi.

In questi giorni il salto ostacoli ci ha dato un grande risultato per merito di Emanuele Gaudiano che insieme alla vittoria ad inizio stagione della Squadra ci fanno sperare per una possibile ripresa.

Chiudo questo mio anno con la serenità di aver iniziato a dare alla Federazione valide linee guida che con qualche modifica al lato pratico, porteranno nel corso degli anni consistente crescita e progresso.

Colgo l’occasione per augurare a tutti buone feste, un felice Natale ed un 2016 più sereno di questo 2015 che ci sta lasciando.
                                                                                                                                                                                                                                                       
                                                                                                                                      Vittorio Orlandi
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