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Allevamento: una stella a forma di ZLa storia di Zangershide Metodi e idee che hanno creato uno stud-book: Zangersheid. Lui si chiama Leon Melchior, classe 1926, già a trent’anni capitano d’industria nel settore finanziario, ospedaliero e edile. Era un uomo sedentario, molto lontano dai cavalli. Un giorno, il suo medico lo mise in guardia: doveva praticare sport all’aria aperta o avrebbe avuto, molto presto, problemi di salute. Così, cominciò a passeggiare ore nella sua tenuta di Lanaken (Belgio), ma dopo un breve periodo, si annoiò. Fu allora che entrò nella sua vita il co-protagonista di una storia che ha condotto fino al noto allevamento Zangersheide: si chiama Richette. Era un cavallo da passeggiata che ha reso più piacevole a Melchior “l’obbligo al movimento all’aria aperta”. Ma, a questo punto, il gioco era fatto. Il Signor Zangersheide si appassionò e acquisto, dopo poco tempo, il suo primo cavallo da salto e si iscrisse presso un circolo ippico.

Ma Melchior era un uomo che faceva le cose in grande, voleva il meglio in tutto, per mantenere motivazioni sempre forti e appaganti. Ed ecco il secondo grande passo: Hermann Schridde come istruttore (argento olimpico a Tokyo nel 1964) e Heureka, cavalla holsteiner, come nuova compagna di sport, acquistata all’indomani della vittoria nel GP di Aquisgrana. Correva l’anno 1970. Con Heureka, e poi anche con Ahorn e Wildefeuer , Melchior, che ormai faceva base nella sua scuderia Zangershide, già gremita di cavalieri di alto livello, si lanciò a livello internazionale fino a indossare i colori dell’Olanda in Coppa delle Nazioni ad Aachen, nel 1971.

A dodici anni, Heureka venne ritirata dalle competizioni e fu la prima fattrice dell’allevamento. Melchior capì subito una cosa fondamentale: “tenere presente l’esigenza del mercato, ovvero, il tipo di cavallo del quale hanno bisogno i cavalieri”, dichiarò in un’intervista, oltre 10 anni fa, su Lo Sperone. Allora chiese una consulenza allo scienziato Van den Eynde, che lo illuminò sulla genetica. “Mi consigliò – raccontò Melchior a Lo Sperone – di acquistare cavalle che avevano prodotto buoni risultati in gara, senza tenere conto della genealogia”. Inizialmente, gli incroci erano eterogenei, ovvero provenienti da diverse nazioni, da diverse linee di sangue. Successivamente, “di casa”. Nacque così la linea Zangersheide, soggetta, in seguito, ad altri ulteriori, incroci eterogenei, per restare al passo con i tempi. Nel 1974, furono portati i primi stalloni alle selezioni dello stud-book belga. L’allevamento di Melchior fece parlare di se ovunque, soprattutto dopo l’acquisto di Almè, che fu poi raggiunto da Ramiro. Nel 1975, l’allevatore fu indicato come il precursore dell’inseminazione artificiale. La sua tenuta di Lanaken ospitava già un gran numero di fattrici, stalloni e puledri. Non tardò ad arrivare, circa un anno dopo, il marchio “Z” sulla coscia dei suoi figli. Nel 1978 fu praticato il primo trasferimento d’embrione assistito. La stazione di monta non si fermava mai, lavorava di giorno e di notte. All’interno della struttura, veterinari e ginecologi.

I “prodotti Z” venivano registrati in diversi stud-book. Da circa 15 anni, i cavalli Zangersheid fanno parte di uno stud-book autonomo.

Da Ratina Z (Ramiro X Almè) a Lianos (Landlord), da Calvaro Z (CalettoI X Capitol I) a Carthago Z (Capitol I X Calando I), sotto il nome di Zangershide hanno vinto cavalieri di tutto il mondo. Ancora oggi ammiriamo cavalli come Taloubet Z (Galoubet Z X Polydor)e Regina Z (Rex Z X Savoy Hanover) che, sotto la sella, rispettivamente del tedesco Christian Ahlmann, cavaliere Zangershide, e dell’olandese Harrie Smolders, potrebbero emozionarci alle prossime Olimpiadi. Questa è la realtà di uno dei più noti allevamenti del mondo, nato da geniali intuizioni, ma anche razionale laboratorio di idee messe in pratica con criterio, finanze e intelligenza. Questa è “la fabbrica dei campioni”.

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