LA SPLENDIDA FAVOLA DELL’AUSTRALIANA NIKI
- Categoria: La federazione
- 26 Giugno 2012

Dite a Niki van Buuren che non riuscirà a fare qualcosa e lei lo farà solo per farvi dispetto. Se non fosse stato per la sua testardaggine pura, non sarebbe mai sopravvissuta agli oltre dieci mesi di ospedale cui si è sottoposta dopo la tempesta di fuoco che sconvolse Canberra nel 2003, uccidendo quattro persone e distruggendo centinaia di case.
A 29 anni, Niki si ritrovò ustioni gravissime sul 66 per cento del corpo, le mani divorate dal fuoco, i gomiti e le spalle paralizzati. Durante la sua permanenza in terapia intensiva la sua possibilità di sopravvivenza era considerata bassissima. Ma la sua scorza è formidabile. Ormai lo sanno tutti, in Australia. Nessuna sorpresa, dunque, se ai Mondiali per disabili, in Olanda, rappresenterà il suo Paese, nella disciplina degli attacchi. Niki si sta preparando, allenandosi intensamente. Le servono 50 mila dollari, per arrivare a tagliare il suo traguardo, volando dall’Oceania all’Europa. Li sta cercando tra amici e sponsor: conoscendola, è difficile pensare che non li troverà.
La passione per il cavallo le ha dato una nuova prospettiva di vita. Niki ricorda quando, nei momenti più drammatici della sua vicenda, sussurrava alle infermiere “Lasciatemi morire''. Ricorda anche non voleva più un cavallo, dopo aver perso il suo amato Drew nel fuoco. “Durante i primi mesi in ospedale – racconta oggi – ero troppo sconvolta per prendere in considerazione anche la semplice idea di cavalcare ancora una volta. Per fortuna, un corridoio dell’ospedale si affacciava ad un paddock. E così un giorno ho detto alle infermiere: vorrei trascorrere almeno 30 minuti guardando i cavalli. Un po’ alla volta, ho ripensato all’idea di tornare in sella. E, quando ho sentito che avrei davvero voluto farlo, per tornare a vivere, ho deciso anche che nessuno mi avrebbe mai fermato. Nemmeno i medici, che all’inizio non erano affatto convinti della mia idea”.
Si riavvicinò ai cavalli a 15 mesi dall’incendio, presso il centro Pegasus, specializzato nell’equitazione per disabili. Oggi, al mattino, la Van Buuren è insegnante al Narrabundah College, e alla sera si allena duramente con il suo istruttore Max Pearce e il campione del mondo di attacchi, il suo connazionale Boyd Exell. Sebbene non sia ancora molto nota in Australia, la disciplina degli attacchi dispone di un grande seguito oltreoceano. Si tratta, come gli appassionati sanno, di uno sport nobilissimo, tra i più antichi in assoluto e che richiede grande forza e abilità.
Per istruire i suoi cavalli, Niki Van Buuren si basa su comandi vocali, perché non può impugnare una frusta, e guida con redini modificate. ''Questa disciplina richiede un sacco di forza delle braccia, che io purtroppo non ho – dice Niki – Per me è indubbiamente difficile due volte praticare gli attacchi. Ma non ho alcuna intenzione di mollare”.
Se non fosse stato per quel giorno terribile, quando assieme a sua madre è stata raggiunta dalle fiamme mentre assisteva il cavallo Chapman nel paddock, Niki non sarebbe probabilmente mai arrivata a praticare gli attacchi. Prima di allora, dopo avere iniziato a montare a nove anni, era dedita al dressage. “Dopo quello che mi è successo, ho capito che avevo molte più possibilità di arrivare in alto nell’attività paralimpica che tra gli atleti normodotati”. Non a caso, la sua ambizione iniziale era quella di partecipare alle Paralimpiadi di Londra, ma la sua paura di perdere il controllo del cavallo a causa delle lesioni invalidanti che ha sofferto l’ha dissuasa dal progetto.
Poi, l’anno scorso, quasi per caso, ha scoperto gli attacchi. ''Per quanto strano possa sembrare, ho appreso molto facilmente i primi rudimenti della disciplina e ho scoperto che era molto divertente. E' stata una vera boccata di aria fresca: è uno sport che ti consente di essere a contatto con i cavalli, ma senza l’obbligo di cavalcarli”.
Oggi Niki è l'unico driver competitivo disabile in Australia in grado di sfidare i migliori guidatori normodotati nel Paese. Ma in Olanda si confronterà con avversari disabili. “Sarà comunque molto dura: sono curiosa di vedere a quale livello sono arrivata e qual è il livello medio dei miei competitor. Di certo, sarà una grande avventura”. Come tutta la sua vita, in fondo.
(nella foto, Niki van Buuren con il suo cavallo, Dircy)