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LogoFISEFISE/ACME/FEI - FISE è stata evocata in giudizio da Acme s.r.l., insieme alla Federazione Equestre Internazionale (FEI), rea quest’ultima di aver inserito il principio attivo (stanozololo) contenuto nel farmaco Sungate (prodotto da Acme) nell’elenco delle sostanze dopanti il cui uso, come noto, è proibito nelle competizioni equestri.

 

Pertanto Acme chiede un risarcimento pari a € 161.992,00: tale cifra sarebbe, quindi, il rischio massimo di condanna a carico della FEI e, incomprensibilmente, della FISE che è stata chiamata in causa solo in quanto, è tenuta ad adottare i regolamenti FEI come membro della stessa (a sua volta membro del CIO – Comitato Olimpico Internazionale).

 

La sostanza bandita è lo stanozololo che è uno STEROIDE ANABOLIZZANTE che può essere utilizzato a scopo dopante per via sistemica per produrre effetti in grado di alterare le prestazioni atletiche del cavallo.

 

Nonostante siano stati usati sui cavalli a scopi sanitari e pertanto legittimi, gli steroidi anabolizzanti sono spesso usati illecitamente negli sport equestri nel tentativo di migliorare le performances dei cavalli, soprattutto in considerazione dei loro effetti circa la promozione dello sviluppo muscolare. Peraltro si consideri che gli steroidi anabolizzanti sono considerati 'banned' (banditi) anche dal CIO attraverso la WADA (World Anti Doping Agency), pertanto sarebbe comunque impensabile una differente valutazione da parte di FEI, in qualità di membro del CIO e sottoscrittrice del Codice WADA e, quindi, di FISE che di FEI è membro e che, in quanto tale, è tenuta a applicare i suoi regolamenti. Certamente il Sungate è in commercio in Italia in virtù di un suo dimostrato utilizzo terapeutico; ciò non toglie, però, che il suo principio attivo, lo stanozololo, sia bandito dalla FEI e dalla WADA: finché tali autorità non si pronunceranno circa l’utilizzo del prodotto la FISE non potrà derogarne l’uso pena la violazione delle norme internazionali dettate dagli enti indipendenti regolatori dello sport in materia di doping.

 

La Federazione ha ritenuto, sin dalle prime contestazioni di Acme, ben antecedenti l’insediamento della odierna presidenza, la domanda del tutto infondata se non temeraria.

 

L’attuale dirigenza della Federazione ha condiviso questa posizione soprattutto in quanto non intende assolutamente derogare all’adottato principio di tolleranza zero relativamente al doping umano e a quello equino, men che meno per motivi meramente commerciali di terzi.

 

N.B. L’importo risarcitorio indicato da ACME nell’atto di citazione è cosi scritto: € 161.992 (centosessantunomilioninovecentonovantadue euro).

 

FISE/HC MEDIA - HC Media ha citato in giudizio FISE (nel 2011) reclamando un danno di tipo precontrattuale (buona fede nelle trattative) di circa € 10.000.000,00 per non aver, l’allora Presidente, dato seguito a una trattativa iniziata per la realizzazione di un canale televisivo equestre, cosa rimasta senza seguito per vari motivi. HC Media reclama, al proposito, alcuni costi vivi affrontati dalla stessa nel periodo degli incontri e, soprattutto, un presunto danno anche di immagine di oltre 9.000.000,00 per non essere le parti giunte alla conclusione della trattativa.

 

FISE ha considerato sin dal 2011 la domanda del tutto sfornita di possibilità di successo costituendosi, di conseguenza, in giudizio e contrastando fermamente le pretese di HC Media. Si attende a breve la sentenza essendo stata ormai la causa introitata in decisione dal Tribunale di Roma senza che, medio tempore, potesse trovarsi alcuno spazio di mediazione.

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