Piazza di Siena: Italia, ritrovato lo spirito di squadra
- Categoria: Salto ostacoli
- 27 Maggio 2012

Natale Chiaudani aveva lasciato da pochi minuti l’ovale e l’abbraccio del pubblico che aveva salutato il suo settimo posto come un trionfo. Andrea Paulgross era già seduto al tavolo di Casa FISE, per un confronto aperto – e un primo bilancio – con i tecnici e i cavalieri del salto ostacoli.
Poche parole per fare il punto su una situazione che proprio Piazza di Siena, con le sue mille difficoltà, ha dimostrato sul campo estremamente importante. “Si sono viste cose particolarmente significative, in queste quattro giornate. Di sicuro si è capito, ammesso ci fossero dubbi in merito, che gli sforzi che ci siamo imposti per cercare di rilanciare la nostra disciplina vanno già nella direzione giusta. Qui a Roma c’è stato lo spirito di squadra giusto, la determinazione che serve per risalire, la voglia di tirare fuori la qualità che l’equitazione italiana ha sempre garantito. Ora dobbiamo insistere, fare un alto ulteriore, tarare programmi e necessità, provare a essere ‘gruppo’ tutto l’anno, far sì che lo spirito di squadra cresca ogni giorno. Il successo che cerchiamo dandoci obiettivi medio-lunghi, da Barcellona a Rio de Janeiro, deve partire da qui”.
La platea ha accettato il discorso senza sollevare perplessità di sorta. Giulia Martinengo, Francesca Capponi, Chiaudani, Brotto, Marziani, Garçia, i tecnici Bartalucci, Scaccabarozzi, Puricelli, il vice presidente del Board Proprietari Di Paola. Tutti pronti a sposare l’appello del presidente della FISE. Che ha indicato i prossimi step: “ll cammino è tracciato, il nostro Progetto Scuderie è chiarissimo. Quando ci siamo ritrovati ad Arezzo, due mesi fa, abbiamo giustamente parlato di ‘censimento’. Il primo passo era stato quello di contarci, di mettere nero su bianco nomi e situazioni, di abbozzare prospettive. Il campo ci ha detto subito che con compattezza e unità di intenti si possono cogliere dei risultati anche prima di lanciarci verso i traguardi più grossi. Ora si deve intensificare il progetto, passare concretamente a una programmazione condivisa. Ognuno di voi, ogni singola scuderia deve produrre un business-plan accurato. Fissare degli obiettivi, darsi un’organizzazione precisa, confrontarsi costantemente con la federazione. Deve, soprattutto, indicare con nettezza le proprie esigenze, caso per caso. Ognuno sa di cosa ha bisogno”.
“Di cavalli”, è stato il coro unanime che si è subito sollevato dal gruppo di atleti perfettamente consapevole di quale sia, oggi, la vera ragione del gap tra noi e Beerbaum e Ahlmann, con tutto il rispetto dovuto ai due fenomeni tedeschi. Problema noto, annoso, serio, complicato. Ma forse non irrisolvibile, specie se si riuscirà a ottimizzare tutto, a operare con la stessa compattezza dimostrata in questi ultimi mesi: “E’ ovvio che servono nuovi cavalli, che occorre creare altri binomi performanti, garantire delle alternative a chi ha già un buon ‘compagno’ di viaggio. Un primo passaggio fondamentale sarà quello di cercare di non perdere i pochi cavalli buoni che già abbiamo. Poi, ci muoveremo a trecentosessanta gradi, chiamando a raccolta ogni entità possa risultare utile al nostro progetto: sponsor, investitori, banche, lo stesso Credito Sportivo, gruppi di appassionati, il Board Proprietari. Il momento è difficilissimo, non possiamo certo sperare di avvicinarci a realtà come quella della Germania, che ha potenzialità mostruose, come ha dimostrato anche in questi giorni. Dovremo battere altre strade, arrivare con la genialità dove non arriveremo con i quattrini, provando a diventare il ‘team’ più intelligente, se non il più ricco. Programmazione e serietà del resto portano risorse. Perché rendono credibili, calamitano attenzione ed entusiasmo. Rinnovo l’invito: ogni scuderia produca un piano preciso, analizzando con cura le sue reali necessità. La FISE sarà accanto a ogni singola organizzazione, in ogni modo possa favorirne la crescita. Siamo tornati sulla strada giusta, lavorando tutti insieme. Ora proprio non possiamo mollare”.