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Gianluca Laliscia, ambasciatore del made in Italyparola d’ordine, endurance
La sua prima volta in sella è stata a nove anni. All’età di 10 papà Giorgio e mamma Elena, amanti dei cavalli, gli regalano il suo primo amico equino, un’avelignese di nome Lola. Da allora la sua vita ha avuto un'unica direzione: i cavalli, con amore sacrificio e passione. Un’eredità tramandata dal nonno paterno, Alvaro, simbolo di un mestiere affascinante, ormai scomparso, quello del trasporto per mezzo dei carri. 

Siamo parlando di Gianluca Laliscia, l’azzurro che ha contribuito, con Pietro Moneta, Diana e Angela Origgi, alla medaglia d’oro mondiale (Dubai 2005), un metallo che l’Italia aspettava di riconquistare da 25 anni (dalle Olimpiadi di Mosca ‘ 80). L’endurance, però, non è stata la sua prima scelta. Le prime competizioni di Laliscia sono state, a 14 anni, nel cross country. “A vent’anni – racconta il cavaliere – ho cominciato a praticare l’endurance e ne sono rimasto ammaliato, per quello che rappresenta, la simbiosi uomo-cavallo-natura. Il rumore degli zoccoli sul terreno, durante una gara di endurance, è molto faticoso, ma una volta appreso, si ascolta una musica che ha il ritmo del successo e il gusto di averlo conquistato. Questo è l’endurance”.

Un grande sportivo, ma anche un vero imprenditore. Laliscia, infatti è Chairman di Endurance Lifestyle, vice presidente dell’Umbria Endurance Equestrian Team, organizzatore di eventi (amministratore unico e co-fondatore della sistema eventi.it) e ambasciatore dell’endurance made in Italy nel mondo, in particolare quello Arabo. Negli anni il cavaliere ha saputo sviluppare incredibili sinergie con le nazioni protagoniste dell’endurance di vertice planetario: gli Emirati Arabi e i paesi del Golfo, in particolare Dubai. La sua genialità è stata quella di aver saputo coniugare, nel corso degli anni, sport, spettacolo, relazioni internazionali ed economia, costruendo così una brillante credibilità organizzativa. “Abbiamo cominciato nel 1999 e posso assicurare che allora sembrava un’impresa ciclopica – testimonia il cavaliere – ma alla fine, dopo aver consolidato un vero e proprio format, siamo riusciti anche ad esportarlo!”. Dati alla mano, Gianluca ha messo in piedi con successo: 4 campionati italiani, 2 campionati europei open, varie tappe di circuito internazionale, con il buon gusto della scelta di location come la Regione Umbria, la Regione Le Marche, la Costa Smeralda e il lago di Garda.

Dietro alle quinte, come è d’uopo in ogni scuderia che si rispetti, c’è una grande manager: Simona, moglie di Laliscia e madre di due figlie, già promettenti amazzoni, Costanza e Vittoria. “Dietro a ogni grande uomo – incalza Gianluca - c’è sempre una grande donna e la forza di credere insieme ai valori, curando i dettagli della quotidianità. Il mio punto di forza è mia moglie Simona. Con lei al mio fianco mastico con più coraggio i bocconi amari della vita e brindo con complicità ai successi ottenuti. Nessuna coppa ha valore pieno se non in relazione alla capacità di costruire affetti duraturi nel tempo”.

Simona Laliscia è anche Presidente dell’Umbria Endurance, quartier generale della famiglia Laliscia. Qui, da 13 anni, risiedono stabilmente i cavalli dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum, Primo Ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti nonché emiro di Dubai (marito di SAR Haya bint al-Husayn di Giordania, presidente FEI). Gianluca Laliscia ha consolidato con Al Maktum un reciproco rapporto di fiducia. E’ l’allenatore dei suoi cavalli e stimato interlocutore per ambiziosi progetti imprenditoriali, proiettati sul mercato internazionale e legati alla disciplina dell’endurance. Il cuore di questa sinergia è proprio il “gemellaggio” tra l’Umbria Endurance e il Dubai Equestrian Club.
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