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Endurance: un mondiale stregato per gli azzurri Si laurea campione del mondo Mohammed Bin Rashid Al Maktum in sella a Madji du Pont, emiro di Dubai, fermando la media finale a 22.82 km/h percorrendo l’ultimo loop ad oltre 27 km/h
Con la premiazione di oggi, si sono chiusi a Euston Park, in Inghilterra, i Longines FEI World Endurance Championships 2012; a laurearsi campione del Mondo è stato il più grande sostenitore della disciplina dell’endurance ovvero HH Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktum in sella a Madji du Pont, fermando la media finale a 22.82 km/h percorrendo l’ultimo loop ad oltre 27 km/h.
Oro, argento e bronzo individuale ed ancora oro per il team degli Emirati Arabi (UAE).
147 erano binomi partenti in rappresentanza di 39 paesi con 29 team in corsa per il titolo a squadre.
Che l’impresa per la compagine azzurra sarebbe stata ardua lo si sapeva in partenza ma la possibilità di poter comunque ben figurare non era una visione così utopistica.
Da subito l’avvicinamento all’appuntamento mondiale è stato costellato di “docce gelate” con gli infortuni, in sequenza, di due dei cavalli di punta della squadra che avrebbe dovuto difendere i nostri colori, Eureka e Pervinca della Bosana.
Cancellato il volo per le sorelle Origgi, i tecnici ed il veterinario nazionale hanno assorbito il duro colpo e rimesso le mani al programma ed alla strategia di gara.
L’ordine di scuderia, prima della doppia debacle, era provare a mandare avanti uno o due dei cavalli mentre gli altri del team avrebbero dovuto mantenere un passo costante attorno ai 17 km/h.
L’idea era tentare di essere con le migliori squadre quantomeno europee, magari dopo il Belgio poi finita quinta; passati al “piano B”, fino alla fine del terzo cancello, tutto filava come da copione ma dietro l’angolo andava prendendo forma un disegno ben diverso per i nostri.
3 eliminazioni repentine hanno gelato il sangue dei presenti e di tutti coloro che da casa facevano il tifo per l’Italia che comunque procedeva unita alla media di gara stabilita.
Il verdetto è stato emesso, fuori Simona Garatti/Badr dell’Orsetta  e Emanuele Fondi/Shanandoa River entrambi in squadra ed ancora Elena Bertoni/El Jamila che correva a titolo individuale.
A speranze svanite, come per incanto, i tre binomi rimasti hanno ripreso la marcia dimostrando freschezza e possibilità di recuperare posizioni lungo il percorso. Arrivati alla respection veterinaria del loop numero 5 erano pronti per ripartire di slancio quando, a fermare decisamente la corsa, non solo la loro ma di tutti, ci ha pensato “Giove Pluvio” scatenando una vera e propria tempesta su Euston Park.
Gli organizzatori senza indugi hanno fermato la gara per salvaguardare la salute dei cavalli e dei cavalieri, confermando la posizione in gara dei partecipanti al penultimo anello.
Dunque in classifica sono entrati, Carlo di Battista/Fluminio e Melania Serioli/Cala Gonona per il team e Alfonso Striano/Waligora per l’individuale.
“Oltre il rammarico delle due perdite delle Origgi e l’eliminazione a freddo di Shanandoa e Badr del team” – dichiara il tecnico Giovanni di Battista – “resta l’amarezza per i binomi rimasti in gara che, sotto gli occhi dei presenti, erano pronti a ripartire per gli ultimi due loop in reali ottime condizioni. I giri finali, l’ultimo specialmente, sono solitamente i più importanti e veloci, dunque avremmo potuto certamente recuperare tante posizioni per strada.”.
Il presidente della FISE, Andrea Paulgross, appresa la notizia, ha inviato i complimenti a tutto l’enturage italiano impegnato in un week end difficile sotto tutti i punti di vista e ricordato che la strada da pochissimo intrapresa è quella giusta.
“Siamo alla 14ma edizione dei Campionati Mondiali dell’endurance, la disciplina è giovanissima.
Con il tempo e la programmazione, che dovrà cominciare domani e non tra qualche mese, sono certo che potremmo soltanto crescere e poter dire la nostra anche sul piano internazionale.
Abbiamo le giuste conoscenze, tradizione e cultura equestre, qualità queste che possono proiettarci in alto. Con il cambiamento messo in atto già da qualche mese, la commissione endurance avrà tutto il tempo necessario per tarare la macchina e lavorare al meglio, consapevole delle nostre possibilità”.
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