Si è corsa nell’ultimo weekend, negli Emirati Arabi, la prestigiosa Hh Sh Mohammed bin Rashid Al Maktoum Endurance Cup CEI***, concorso fortemente voluto dallo sceicco primo ministro e vicepresidente del Paese arabo, nonché emiro di Dubai e marito di Haya Al Hussein (che gli ha dato da poche settimane un nuovo erede, Zayed), presidente della FEI, la Federazione equestre internazionale, e principessa di Giordania (era la figlia prediletta di re Hussein; è la sorella dell’attuale regnante, Abd Allah II, marito della splendida Rania).
Per l’Italia, era in gara Emanuele Fondi, chiamato negli Emirati anche perché vincitore della gara internazionale del lago di Garda, il FEI Garda Ambassador endurance Master Open, inserito nel Meydan endurance Challenge e qualificante, appunto, per la coppa intitolata all’emiro-cavaliere di Dubai. In sella a Schanandoa – come riporta anche quello che è indiscutibilmente il sito di riferimento per l’endurance italiano (www.sportendurance.it) – Emanuele se l’è cavata egregiamente, cogliendo un decoroso 28° posto (su ben 121 binomi in gara), coprendo i cinque anelli del percorso, che si sviluppava nel deserto su 160 chilometri, a oltre 17 di media.
“Il terreno era davvero pesante – il commento rilasciato da Fondi proprio a sportendurance.it – ma Schanandoa ha galoppato in modo veramente straordinario: siamo tutti felicissimi di questa splendida esperienza”.
Il concorso, uno dei più importanti a livello mondiale, è stato organizzato e ospitato dal Dubai Equestrian Club e promosso dallo sponsor Longines. Nella terra culturalmente più legata all’endurance, si sono effettivamente sfidati i migliori cavalieri al mondo provenienti, oltre che dall'Arabia e dall'Italia, anche da Francia, Inghilterra e Spagna.
(Nella foto al centro lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum)