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zorzi gp GrassiaAlberto Zorzi, 29 anni, caporale maggiore dell’Esercito Italiano, arriva a Verona con una fame agonistica pazzesca. Fame di vittorie, fame degli applausi che accompagnano i suoi percorsi nei concorsi di tutto il mondo. Per questo ragazzo padovano, alto, longilineo, dalla faccia acqua e sapone, ma con gli occhi di un vincente il 2018 è stato un anno di transizione, dopo due stagioni da incorniciare con una scalata verso il top dell’equitazione mondiale iniziata nel 2014 con il trasferimento in Olanda, a Valkenswaard nella scuderia di Jan Tops. “E’ stata la svolta. Una decisione sofferta che ho preso dopo tanti ripensamenti e dubbi ma che ho subito capito fosse quella giusta”.

 

L’azzurro torna a Verona dopo lo splendido secondo posto in Coppa del Mondo dello scorso anno e la recentissima affermazione nel Gran Premio di Oslo. Un’occasione ghiotta, questa, per tornare a ruggire davanti a quello che, per lui, è veramente il pubblico di casa. “Si, gareggio proprio in casa. Sono nato a trenta chilometri da Verona, mi sento coccolato, sereno e carico tra il mio pubblico, la mia gente. In tribuna ci saranno i miei genitori, i parenti e quegli amici che non vedo più molto da quando sono in Olanda ma che sento sempre vicino, anche quando gareggio a migliaia di chilometri da qui. Spero a tutti loro e a me stesso di regalare un sogno, che l’anno scorso non sì è materializzato per poco, vincendo in Italia a Fieracavalli. Ci venivo da ragazzino a vedere le gare e a rimanere a bocca aperta tra gli stand di questo appuntamento unico nel mondo del cavallo. Adesso ci vengo da cavaliere, da protagonista. Mi pongo sempre un obiettivo qui a Verona. Fare bene per emozionare un pubblico competente come è quello di Verona e i bambini. Sì, i bambini, come in passato grandi campioni emozionava me”.

 

(Nella foto © FISE/Mario Grassia: Alberto Zorzi su Fair Light Van't Heike)