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NEREO PARISOTTO, UNA VITA DA ROMANZO

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

2021.03.01 - Una vita da romanzo, sì. Un romanzo tutto da leggere. E in parte – crediamo in… minima parte! – già disponibile da oggi, a pagina 10 dell’edizione nazionale del Gazzettino. Una pagina intera dedicata a lui: a Nereo Parisotto. Chi ha la possibilità di farlo, lo faccia: acquisti il Gazzettino per leggere questa storia emozionante, un uomo che racconta sé stesso senza falsi pudori, in totale sincerità, fiero delle sue origini ma ancora di più del formidabile successo raggiunto grazie al lavoro, al suo lavoro, costruito con le sue stesse mani centimetro dopo centimetro, grammo dopo grammo, minuto dopo minuto, respiro dopo respiro…

Scrive Edoardo Pittalis, autore della pagina uscita oggi sul quotidiano veneto: «Dice che con i suoi ponteggi potrebbe fare la passerella per il paradiso. Ci è andato quasi vicino quando ha portato a terra l’Angelo della Basilica del Santo (Sant’Antonio, a Padova, n.d.r.) e poi lo ha rimesso in cielo. (…) Nereo Parisotto ha innalzato i suoi ponteggi in giro per il mondo: prima per la Torre dell’Orologio di Venezia, poi per la Fenice da ricostruire, per il Pantheon a Roma e per il ponte Morandi di Genova. Si considera un uomo fortunato, uno che con la sua “terza media serale” discute di alta tecnologia con ingegneri del Politecnico».

Racconta Nereo Parisotto: «Sono l’ultimo dei tre figli di Danilo e Bertilla che coltivavano campi e allevavano mucche. Andavo a scuola a Postioma sempre a piedi perché per noi la bicicletta era un lusso».

«Alla scuola media nelle prime tre classi sono passato per il buco della chiave… ».

«Avevo la lezione di mio padre che era un grande lavoratore e non conosceva feste se non la Messa la domenica mattina presto».

E poi il racconto di come si sono svolti i lavori all’interno del Teatro La Fenice ancora fumante dopo il terribile e devastante incendio del 1996, oppure quelli davvero spettacolari per il restauro interno del Pantheon a Roma («Una struttura di 400 quintali alta 44 metri, era come il varo di una nave ogni volta che si spostava e si staccava dalla parete. Fu un successo senza precedenti realizzato in diretta, era possibile collegarsi in streaming e vedere cosa facevamo. “Aperto per restauro”, l’abbiamo chiamato: si potevano fare i lavori senza chiudere ai turisti»), quelli per lo spostamento della statua dell’Angelo del Santo a Padova, o ancora quelli per il Ponte dell’Accademia a Venezia…

Ma per noi Nereo Parisotto vuol dire soprattutto cavalli… Cavalli vissuti dentro il suo magnifico Centro Ippico Il Casale a Musano di Trevignano, in provincia di Treviso, una struttura ricca di eccellenze e dunque molto importante per l’equitazione veneta. E proprio quella che riguarda i cavalli è l’ultima delle domande nell’intervista di Edoardo Pittalis, la domanda finale, conclusiva, quella che offre al lettore l’opportunità di scoprire che nella dimensione professionale di questo uomo di grande successo ci sono una passione e un amore che sono esattamente la stessa passione e lo stesso amore che tutti noi proviamo nei confronti dei cavalli e dello sport equestre. Una promozione magnifica del nostro mondo agli occhi del pubblico per così dire… generico! Grazie all’uomo che «salva i monumenti con i suoi ponteggi».