images/veneto/Salto_Ostacoli/medium/zamana.jpg

MATTEO ZAMANA E CRACK DU TAILLAN

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

2020.11.12 - Leggete questa frase: «Lui mi ha dato la capacità di credere in me stesso». Leggiamola, e poi fermiamoci un istante per riflettere… Sì, bisogna riflettere bene su questa frase. Il momento in cui si arriva a credere in sé stessi è il momento in cui la vita cambia: un cambiamento che riguarda non tanto ciò che si fa, bensì il modo in cui lo si fa. Perché il ‘cosa’ non è mai più importante del ‘come’.

Dunque come considerare nella nostra vita colui il quale ci aiuta a raggiungere quel momento, il momento in cui conquistiamo la fiducia in noi stessi? Lo consideriamo molto importante, ovvio: fondamentale. E non è meno importante o meno fondamentale se l’identità di tale figura è quella di un cavallo. Certo, un cavallo. Perché per chi monta a cavallo e vive la vita insieme ai cavalli, i cavalli sono importanti come le cose importanti della vita.

Lui mi ha dato la capacità di credere in me stesso, dice Matteo Zamana di Crack du Taillan… Sì, è accaduto proprio questo. Matteo Zamana all’inizio del 1998 ha 19 anni. Un momento difficile della sua vita, un momento di decisioni e di scelte: dedicarsi al montare a cavallo oppure attaccare gli stivali al fatidico chiodo e riservare tempo ed energie e impegno allo studio dell’ingegneria nel frattempo avviato all’università di Ferrara? Un dilemma… Un giorno Matteo di tutto ciò parla a Ignace Philips, così, chiacchierando… Philips, che ha qualche anno in più di Matteo, gli propone un ragionamento semplice: perché non fai tutto il periodo da young rider, vedi come va e poi decidi? Lasciando infine che la sua… ‘versione’ di commerciante prenda il sopravvento: io anzi avrei un cavallo perfetto per te adesso, dice Ignace a Matteo…

Ecco come comincia tutto. Perché il cavallo perfetto nelle scuderie di Ignace Philips è proprio Crack du Taillan… Stallone, francese, nato nel 1990, bellissimo: sauro scintillante, una coda lunga e morbida che manda riflessi d’oro, una nevrilità vibrante che si percepisce chiaramente anche solo guardandolo mentre è fermo immobile. La sua genealogia è quanto di meglio l’aristocrazia del cavallo sportivo in Francia possa esprimere in quel momento: il padre è il fenomenale Almé, il padre della madre il portentoso purosangue Laudanum.

È l’inizio di una storia magnifica. Matteo Zamana e Crack du Taillan sembrano predestinati all’incontro e alla reciproca unione, tanto la loro intesa sboccia rapidamente e soprattutto spontaneamente. In quello stesso 1998 Campionato d’Italia young rider con il 7° posto, poi il Campionato d’Europa a Lisbona, poi nel 1999 medaglia di bronzo tricolore e 6° posto individuale (5° a squadre) a Muenchwilen nel loro secondo Campionato d’Europa young rider… E perfino il debutto in Coppa delle Nazioni (seniores… ) a Budapest con l’Italia in settima posizione, per poi cogliere il 7° posto in Gran Premio. Da qui una continuità positiva di risultati e prestazioni lungo ben dieci anni di vita sportiva condivisa e condotta attraverso concorsi di massimo prestigio, Csio di Roma incluso (dove nel 2003 solo un mezzo piede sulla stecca della riviera impedisce loro di raggiungere il barrage del piccolo Gran Premio… ).

«Quando in campo suonava la campana della giuria, Crack si concentrava al massimo sulla sua missione: fare il percorso senza errori e velocemente», racconta Matteo Zamana. «Ci metteva una grinta e una voglia incontenibili… È stato lui a darmi la consapevolezza di poter affrontare certe gare. Non dimenticherò mai un episodio a questo proposito… Dunque, era il 2003, ero ai Pratoni del Vivaro dove si disputava sia il Campionato d’Italia assoluto sia il Criterium… Incontro a un certo momento Filippo Moyersoen, il quale aveva montato Crack per un certo periodo in precedenza mentre io mi ero dedicato al lavoro insieme a mio padre, quindi il cavallo lo conosceva bene. Ci incontriamo e Filippo mi dice: puoi essere competitivo nel Criterium. E io da… ragazzotto un po’ sfacciato gli dico: ma no, io faccio l’assoluto… ! Filippo non ha commentato, ma il suo sguardo è stato eloquente più di mille parole: questo è matto, dicevano i suoi occhi… Però io non volevo fare lo sbruffone: il fatto è che avevo talmente tanta fiducia in Crack che… beh, se fossi stato più maturo, più adulto, forse non avrei rischiato tanto, ma in quel momento io sentivo di potermi lanciare nel fuoco con lui… ». Ma non è stato propriamente un lanciarsi nel fuoco, visto che in quel Campionato d’Italia assoluto Matteo e il suo stallone biondo chiudono al 5° posto, conquistando così il diritto di partecipare al successivo Csio di Roma (quello del piede sulla stecca della riviera… ).

Dieci anni. Arriva quindi il 2008. E Crack ne ha 18. È in splendida forma, e anzi inizia la stagione con un bellissimo 2° posto nel Gran Premio di uno Csi a due stelle primaverile a Cervia. Però Matteo sente qualcosa: qualcosa che gli fa capire che il momento è arrivato, il momento di ritirare il suo campione dalle scene agonistiche. E così dunque accade: per Crack inizia una vita fatta di sereno riposo a Corte Moline, la scuderia di Matteo Zamana a Rovigo, coccolato e accudito da Daniela Goggia come meglio non sarebbe stato possibile («Lei è il mio braccio destro in scuderia», conferma Matteo). Paddock e scuderia, scuderia e paddock: «È sempre stato di una vitalità e di un entusiasmo quasi incredibili fino ai suoi 30 anni: prima di portarlo in paddock lo dovevamo girare un po’ alla corda, altrimenti esplodeva con un’esuberanza che poteva anche divenire pericolosa per lui stesso», racconta Matteo.

Fino ai suoi 30 anni, sì. Inizia l’autunno di questo 2020 e Crack comincia a dare segni di repentino indebolimento: «Si coricava e poi non voleva più rialzarsi, era diventato pelle e ossa… ho fatto venire il veterinario più volte per farglielo vedere, ma giorno dopo giorno la sofferenza di Crack è andata aumentando, e così abbiamo deciso… È stato difficile, ma… non avrebbe avuto senso farlo soffrire così, e quindi… ».

Sì, quindi il 25 ottobre è successo. Crack adesso non c’è più fisicamente, ma continua a rimanere molto ben presente nella mente e nella memoria non solo di Matteo Zamana: «Crack è un cavallo che tutti ricordano… Tanta gente mi ha continuato a chiedere di lui, anche molto tempo dopo il suo ritiro dallo sport, anche adesso… Io ho avuto tanti cavalli, e con tanti cavalli ho avuto ottimi risultati, ma lui è il mio cavallo-simbolo. Il cavallo che mi ha permesso di fare tutto il resto, il cavallo della mia vita».

____________________________________________________________________________________________________

Beatrice Baldi, persona importante nella vita e per la vita di Matteo Zamana, ha scritto questa poesia dedicandola a Crack du Taillan. Ce l’ha inviata solo per condividerla con noi, ma noi abbiamo pensato che debba essere condivisa con tutti. Eccola, quindi (e naturalmente: grazie Beatrice!):

CRACK DU TAILLAN
I raggi del sole
lo facevano apparire
di un colore dorato.
La coda e la criniera
invece riflettevano
qualche riflesso ramato.
Poteva galopparti ad un millimetro
senza fare rumore,
con la delicatezza di una farfalla
posava i suoi zoccoli sulla sabbia.
La sua voce era impetuosa,
il suo passo elegante,
di indole rispettoso, delicato,
con il cuore grande
e il coraggio di un soldato.
Una bella vita, la tua,
ricca di viaggi, vittorie, avventure
sempre con te il tuo fedele cavaliere Matteo
e la tua adorata Daniela.
La meritata pensione
in quel bel prato dove potevi pascolare,
ma poi partiva il camion
avevi ancora voglia di saltare.
Crack du Taillan, un nome che non si può scordare,
un tatuaggio nel cuore
che non potrò mai dimenticare.