In questi giorni dove il meteo mi ha chiuso in casa per il freddo ed aiutato dai pomeriggi che improvvisamente ti lasciano al buio, mi sono messo a cercare e leggere vecchi libri di equitazione, per esperienza so che qualcosa di curioso viene sempre a galla dalle polverose e vecchie pagine, qualcosa che ci racconta a volte storie, a volte curiosità, ma l’imparare di cavalli mi dà sempre soddisfazione.
Così che tra vecchi testi ne ho trovato un curioso manuale intitolato “ De Gli Ordini di Cavalcare”, scritto da un personaggio che si chiamava Federico Grisone, gentiluomo Napoletano, chi era costui ?
Federico Grisone, riconosciuto come il padre dell’arte equestre ha scritto questo manuale, considerato uno dei più antichi tra i testi sull’equitazione, è stato stampato per la prima volta a Napoli nel 1550 , pubblicato per ben 18 volte fino al 1620 e poi riprodotto in numerose edizioni straniere (fu tradotto in francese, tedesco, spagnolo e inglese). Studioso di Senofonte, maestro di Giovanni Battista Pignatelli e Cesare Fiaschi, aprì a Napoli nel 1532 la prima accademia sull’arte equestre, faro d’Europa. Frutto ed espressione del nostro Rinascimento, iniziata e concepita in Italia dove vennero per imparare cavalieri da tutta Europa egli è stato anche ospite in Venezia presso il Sig. Andrea Valvassori, detto Guadagnino.
Sono lontani questi tempi e questi scritti, ma credo che iniziare attraverso questa porta temporale ci aiuti a capire, che la materia di cui trattiamo è molto più vecchia di noi e come sia sempre stato un tema su cui dibattere e dal quale trarre insegnamento.
Riporto testualmente le parole con cui il libro inizia:
“Nell’arte della milizia non è disciplina di maggior bellezza di questa dè cavalli; che è ornata di belli effetti, ma necessaria di ogni valore”.
E’ evidente come l’interesse è soprattutto militare, ma è anche chiaro come la materia nella sua bellezza intrinseca, evidenzi molto rispetto, continua inneggiando a questo animale definendolo Re degli animali, inespugnabile rocca e fedelissimo compagno, e poi racconta il suo tempo mettendo l’accento su come, e riporto testualmente “ Come ogni Principe si tien glorioso a chiamarsi cavaliero” poiché in quell’epoca, questo animale esprimeva le doti di regalità, grandezza ed enorme rispetto.
Ma per non annoiarvi e lasciarvi con un pizzico di conoscenza equestre in più, credo sia assolutamente interessante e curioso l’accostamento che questo autore descrive con dovizia di particolari, tra i colori dei mantelli dei cavalli ed i quattro elementi fondamentali del pianeta, Terra – Acqua - Aria- Fuoco ed aggiunge per ogni mantello, le principali qualità o difetti del cavallo, raccontando anche, che tutto questo era molto importante nelle compra vendita all’interno dei mercati dell’epoca.
Elemento Terra
Morello carattere Malinconico – Terragnuolo - Gravoso-Umile.-
Elemento Acqua
Bianco carattere Flemmatico - Tardo – Molle.-
Elemento Aria
Baio carattere Sanguigno- Allegro – Agile .-
Elemento Fuoco
Sauro carattere Collerico – Leggero – Ardente e saltatore.-
Continua il nostro Autore in una dettagliata descrizione delle parti del cavallo, fa riferimento ad ogni tipo di balzana, alle liste e stelle in fronte al numero dei remolini, per descrivere persino le groppe e prosegue legando ad ogn particolare curiosi aspetti del carattere dello stesso, naturalmente l’epoca in cui è stato scritto e le tante credenze popolari di quei tempi hanno inciso sulla fantasia dello scrittore.
Nel prosieguo del manoscritto interviene più volte con tesi e concetti che ancora oggi troviamo nei libri di autori famosi e che con i quali siamo assolutamente d’accordo, ad esempio testualmente riporta “che il cavallo lavorato in maneggio acquisisce forza, grande ordine nella testa, nel collo, un buon appoggio ed una bocca soave”.
Ci racconta come castigare il cavallo indisciplinato, ma ci dice anche, che una volta diventato mansueto va accarezzato con dolcezza perché cosi comprende che il castigo altro non è che amore che noi proviamo per lui.
Non dimentica nelle sue note di descrivere in modo particolareggiato, persino i pascoli e le loro peculiarità dove portare i giovani cavalli a pascolare, non tralascia nulla sia nella descrizione dei luoghi più adatti, le temperature, le erbe migliori.
Insegna a mettere la sella e a salire, testualmente:
“Se dovete cavalcare e stare sopra di esso, non solo con animo grande, senza tema di lui, ma far concetto che egli sia con noi un’istesso corpo di un senso, di una volontà.”
Non vado oltre perché sono certo che avete capito lo spirito di quanto vi ho riportato, l’amore, la passione, la tenerezza, l’ubicazione e l’importanza di questo animale nei confronti dell’uomo non è nata oggi, da migliaia di anni il cavallo ci è stato vicino nel bene e nel male, da migliaia di anni ci ha condotto per le strade del mondo e ci ha permesso di conoscerlo, lo abbiamo usato in pace ed in guerra, ma lui il cavallo è sempre vissuto al nostro fianco ed è morto al nostro fianco.
Abbiamo conosciuto uno storico uomo di cavalli “Federico Grisone 1500 scrittore e maestro di equitazione Napoletano”, aggiungiamolo alle nostre conoscenze equestri, alle nostre curiosità, al nostro bagaglio, se volete conoscerlo meglio basta cercare.
Termino questo intervento con la frase originale del Grisone “che egli sia con noi un’istesso corpo”, queste parole, penso possano incarnare da sole tutta una filosofia di vita, di amore, di insegnamento, di passione, di tecnica che ci servono per vivere da vicino questo animale.
Cav. Luigi Conforti o.m.r.i.