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CAMILLA COPPINI E LA GIOIA DELLA VITTORIA RIPETUTA

di Umberto Martuscelli

Nello sport si perde molto più di quanto si vinca. Dunque vincere è difficile. Molto difficile. Ma c’è qualcosa che è perfino più difficile di vincere: rivincere. Vincere una seconda volta. Farlo ancora. Camilla Coppini ci è riuscita: ha rivinto, ha vinto ancora. Dopo aver conquistato il titolo di campionessa d’Italia di endurance young rider nel 2016, la giovane amazzone veneta ha vinto – cioè ri-vinto… – la stessa medaglia d’oro lo scorso sabato 13 aprile. Stesso luogo e percorso di allora, a Vittorito, in provincia di L’Aquila, ma due cavalli diversi: allora Veinard, oggi Antares by Nimroz. Sabato scorso Camilla ha vinto arrivando al traguardo dei 120 chilometri con una media di 21.31 chilometri all’ora: una vittoria favolosa!

Tre anni tra una vittoria e l’altra. E due cavalli diversi…

«Sì, nel 2016 avevo corso con Veinard, un cavallo di proprietà di Loris Canali che avevamo avuto a casa in allenamento per due mesi prima del Campionato d’Italia, e che poi mi ha portato alle qualifiche per il Campionato d’Europa di quello stesso 2016 quando abbiamo vinto la medaglia d’argento a squadre. Quest’anno ho portato a correre Antares che è della nostra scuderia, avevo fatto con lui già diverse gare a livello internazionale e quindi è una bella soddisfazione aver coronato con il risultato migliore il lavoro svolto insieme a lui».

Anche quest’anno il Campionato d’Italia si è disputato a Vittorito.

«Sì, stesso luogo del 2016, si può quindi fare un paragone tra le due gare. Rispetto al 2016 il percorso non è stato cambiato più di tanto. È comunque un tracciato sempre molto tecnico quello di Vittorito, sempre su quattro giri che si alternano tra i 33 e i 27 chilometri. Siamo partiti con il gruppo di testa e grazie al cuore fenomenale di Antares la media dei rientri è sempre stata attorno al minuto e mezzo, massimo due minuti al terzo cancello: ovviamente all’ultimo cancello di sette minuti perché non essendoci più il distacco per ripartire per un altro giro ci si può prendere più tempo per entrare nel cancello finale. Il grande cuore di questo cavallo mi ha permesso di ripartire in testa al gruppo per ogni giro e di mantenere quindi la posizione».

Quindi la scelta è stata quella di fare una gara di attacco?

«L’idea era di andare in testa fin dall’inizio. Sapevo infatti di poter sfruttare tutti i punti di forza di Antares, un cavallo che conosco benissimo, con il quale ho fatto un vero e proprio percorso di crescita nel tempo, un cavallo di grandissime doti e qualità».

L’obiettivo non era dunque solo quello di fare una buona gara, ma proprio di vincere…

«Siamo partiti da casa con questo obiettivo. Anche perché essendo questo il mio ultimo anno da young rider volevamo chiuderlo in bellezza prima di affrontare la mia futura carriera da senior l’anno prossimo».

Detto che chiunque partecipi a una gara spera nel buon risultato, da parte sua c’era la consapevolezza di poter vincere, oltre all’auspicio di riuscirci?

«Gli avversari erano davvero molto forti. Inoltre penso che sia una delle prime volte in cui la partecipazione è stata così nutrita… anzi, credo che quarantuno concorrenti non ci siano mai stati in precedenza. C’erano cavalli che non avevo ancora visto in gare di questo livello, quindi non conoscevo proprio tutti i miei avversari. Quello che però conoscevo bene era la forza del mio cavallo e della mia squadra: ero consapevole che sarebbe stato possibile ottenere un buon risultato, e magari perfino la medaglia d’oro, come poi è accaduto. Ma non è stata affatto semplice come vittoria, perché gli avversari si sono dimostrati davvero molto forti. Anzi, direi che è stata una vera e propria… guerra, sportivamente parlando, ovvio».

Ha provato sensazioni diverse rispetto a quelle del 2016?

«Questa volta forse ancora più forti, perché sono riuscita a riconfermarmi, il che non è così semplice. Sono riuscita a mantenere una media più alta rispetto a quella del 2016. Anzi, credo di aver realizzato il record di velocità dell’ultimo giro del Campionato d’Italia… Ma comunque stabilire una media del genere in un percorso tecnico come quello di Vittorito mi ha dato la conferma che il nostro lavoro è stato fatto bene, che il lavoro di squadra ha funzionato al meglio. Ecco, direi che questa vittoria mi ha confermato la bontà del lavoro che stiamo facendo come team, come binomio, come allenamento. Poi aggiungerei anche che in questi tre anni io sono cresciuta proprio come persona, quindi ho sviluppato una maggiore razionalità, una migliore consapevolezza delle cose».

Adesso entrerà nel grande calderone dell’agonismo seniores…

«Esatto. Prima però spero di concludere il tutto con la qualifica per il Campionato del Mondo young rider a settembre a Pisa… ».

Quindi se a ogni vittoria corrisponde un’intervista… ci risentiremo dopo la fine di quella gara?

«Lo spererei proprio tanto… !».

QUI L’INTERVISTA A CAMILLA COPPINI DOPO LA VITTORIA DEL 2016