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Virus della rinopolmonite equina: che cos’è e come prevenirlo

È di questi giorni la decisione della Federazione di sospendere fino al 7 marzo, in via precauzionale, tutte le manifestazioni sportive nazionali, al fine di monitorare l’andamento epidemiologico nel nostro paese della rinopolmonite equina, che ha già costretto la Fei ad annullare fino al 28 marzo gli eventi sportivi sotto la propria egida.
Che cos’è il virus della rinopolmonite equina e come si diffonde? Abbiamo approfondito l’argomento con Dido Valvassori, veterinario della Asl To5, membro della Commissione veterinaria nazionale e regionale, per capire come prevenire e curare questa patologia che colpisce i nostri compagni di sport e di vita, i cavalli.

Che cos’è la rinopolmonite equina e come si contrae?
La rinopolmonite equina, o EHV (Equine Herpes Virus), è una patologia infettiva virale degli equini che esiste da sempre e che si sviluppa principalmente in tre forme: abortigena (che riguarda soprattutto il settore dell’allevamento), respiratoria e una forma neurologica che è la più pericolosa, quella che in questo momento sta scatenando più preoccupazione. 
Il contagio avviene da cavallo a cavallo, non soltanto diretto, ma anche con il semplice respiro, gli sbruffi ed eventuali oggetti di scuderia contaminati e utilizzati da un animale all’altro come spazzole, secchi, spugne, mangiatoie, forconi che si trasformano in vettori del virus. 

Quali sono i sintomi?
I sintomi della forma neurologica sono prevalentemente di natura motoria: difficoltà di stazione, di equilibrio e di movimento. Generalmente ha origine negli arti posteriori con vari gradi di gravità fino all’impossibilità di reggersi sulle gambe. In questo caso la prognosi è molto preoccupante e può portare al decesso dell’animale.
I sintomi della forma respiratoria, che è un po’ meno aggressiva ed è facile da confondere con una banale influenza sono tosse, febbre, scolo nasale, muco, inappetenza, problemi motori agli arti posteriori.

Come si cura?
È un virus, quindi non esistono farmaci specifici per curare questo tipo di patologia. Bisogna valutare caso per caso, applicare una terapia di supporto per gestire i sintomi, reidratare l’animale, curare la mobilità intestinale e la febbre, far muovere il cavallo quando possibile.

Quali precauzioni si possono adottare per prevenire il contagio?
La prevenzione è fondamentale per contrastare questa patologia e l’arma più efficace, soprattutto per la forma più grave, è il vaccino. Se il virus penetra in una popolazione vaccinata, magari circola lo stesso, e qualche danno lo fa, ma non riesce a esplodere come invece farebbe se trovasse terreno fertile di cavalli non vaccinati. Per questo è importante vaccinare tutti i cavalli, dai soggetti anziani a quelli della scuola o che non escono in concorso. 
Poi, occorre mettere in funzione tutte le norme di bio sicurezza disponibili: evitare i trasferimenti, la promiscuità, gli strapazzi, curare molto l’igiene delle scuderie (pulire di più, disinfettare con prodotti specifici a giorni alterni), monitorare i cavalli soprattutto quelli che manifestano sintomi e isolare i soggetti sospetti. 

Come comportarsi in caso di sospetto di rinopolmonite?
Il primo passo è chiamare il veterinario. La gestione fai da te è da evitare, così come la somministrazione di farmaci di propria iniziativa. Sarà il veterinario a stabilire la prognosi, attraverso la diagnosi dei sintomi ed eventuali esami di laboratorio specifici come il tampone naso-faringeo, e l’esame specifico PCR, che nel giro di 48 ore permettono di identificare con certezza il dna del virus nella mucosa del cavallo.

Ci sono soggetti più a rischio?
Il problema dell’herpes è che esistono i cosiddetti “portatori sani”, cavalli che stanno benissimo, senza sintomi ma che hanno contratto l’infezione e contagiano gli altri. 
Tra i fattori predisponenti ci sono soprattutto la mobilità degli animali, la promiscuità e lo stress che subiscono i cavalli in alcune condizioni particolari come il trasporto o la competizione sportiva. La particolarità della rinopolmonite è di scegliere delle vittime che siano in un momento di difficoltà immunologica. 

Qual è la situazione in Piemonte?
Ci sono tante voci, alcune fondate, ma al momento non ci sono segnalazioni formali e ufficiali. I proprietari e i veterinari che non denunciano non solo non ottemperano agli obblighi di legge, ma mettono a rischio la salute e il benessere degli altri cavalli. Sarebbero opportune una maggiore sensibilità e responsabilità, come accade in altri Paesi ad esempio in Francia e Spagna.