La mia vita da sportivo, la mia passione per il Paradressage
Responsabile e selezionatore del settore Fise Paradressage, Ferdinando Acerbi è prima di tutto uno sportivo. Due le sue più grandi passioni: il mare e l’equitazione. Tra i suoi compiti in Fise c’è anche quello di talent scout, dove visiona e seleziona i binomi per le gare d’interesse federale. Ultimo successo la Coppa delle Nazioni conquistata a fine giugno dall’Italia del dressage paralimpico nell'arena del Riding Club Casorate Sempione in occasione dello CPEDI3*- XIII Meeting Brughiera di Malpensa. Il prossimo obiettivo? Tokyo 2020. Abbiamo parlato con lui del crescente interesse verso questa disciplina, e di come coinvolgere, e reclutare, nuovi atleti e appassionati.
Come ti sei riavvicinato all’equitazione dopo l’incidente in mare del 2004?
Per caso. Ho accompagnato mia figlia di dieci anni da un amico che ha un maneggio, voleva imparare a montare, ma alla fine sul cavallo ci sono salito io. Così dopo molti anni, sono rientrato a far parte del mondo dell’equitazione. Nel 2016 ho partecipato alle Paralimpiadi di Rio e in seguito, con il cambio della dirigenza, ho deciso di dedicarmi al settore tecnico. Montare è un impegno troppo importante, doloroso dal punto di vista fisico, quello che potevo fare a cavallo l’ho fatto, ora preferisco concentrarmi sul programma agonistico, e portare avanti i binomi promettenti.
Che cosa fa di uno sportivo, un vero atleta, e come si scoprono nuovi talenti?
Alla fine la differenza la fa sempre la passione, che ti permette di superare le delusioni che questo sport, inevitabilmente, dà. Si è sempre in due, uomo e cavallo, ma non sempre si è nella giusta sintonia della forma fisica e psicologica.
A parte il lavoro al vertice, c’è una ricerca di base, supportata dai tecnici attivi sul territorio, che consente un ricambio a breve termine. Seguiamo e teniamo d’occhio la carriera agonistica dei paratleti più promettenti spostandoci in tutta Italia, organizzando incontri e stage mirati. Non siamo in tanti a fare questo sport, sarebbe bello poter avvicinare più persone, coinvolgere più atleti.
In quale modo?
Uno dei bacini più ampi è la riabilitazione equestre, il nostro obiettivo è preparare l’atleta ad affrontare anche una carriera sportiva e agonistica. Tecnici e istruttori si occupano della sua formazione, monitorando la sua carriera. Il messaggio che deve passare, l’obiettivo primario è far capire che disabilità e agonismo non si escludono a vicenda, ma fanno parte dello stesso percorso di formazione e di sfida. Ben vengano inoltre le iniziative delle Federazioni regionali, come il progetto di promozione “Insieme oltre i limiti”, che sanno come muoversi sul territorio e possono raggiungere più facilmente, e fornire supporto, ad atleti, istruttori e circoli ippici.
Quali sono le qualità che deve possedere un cavallo per gareggiare nel paradressage?
Cavalli nati e addestrati per fare questo mestiere ancora non ci sono, si utilizzano cavalli che hanno già fatto questo tipo di carriera e sono abituati ai vari ausili. Per il paradressage servono più tipologie di cavalli, in base al grado di classificazione del paratleta, in totale sono 5 a seconda della capacità residua, e il cavallo di conseguenza deve avere caratteristiche ben precise. Ogni livello comporta delle difficoltà più o meno impegnative. Ad esempio nel grado 1 il cavallo deve avere un buon movimento al passo, perché questa è l’andatura con la quale si affronta tutta la ripresa, ed essere affidabile ed esperto perché la disabilità dei ragazzi è importante; mentre il livello 5 è molto simile a una gara di dressage young rider. Fermo restando che sulla carta un binomio può o meno funzionare, ma finché il cavaliere non sale in sella non lo sapremo mai.
Sport e disabilità: binomio vincente?
Lo sport ti dà la grinta, la passione, la voglia di fare necessaria ad affrontare la vita. È una metafora della quotidianità. Ti aiuta a uscire dal tuo guscio, a ritrovare quel senso di competitività che può essersi smarrito nella malattia, o dopo un incidente. È un alleato prezioso, irrinunciabile.