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GRETA CORRADINI, TUTTO NASCE DALLA PASSIONE PER I CAVALLI

Quando un brand si lega all’equitazione, statene certi, dietro c’è sempre una storia di passione. E, tanto per avvalorare la nostra tesi, eccoci a parlare di Taylor’s Bee, l’ultimo amico -ma solo in ordine di tempo, che si è legato alla grande famiglia degli sport equestri in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. O meglio l’ultima amica - anima pulsante della ‘apina’ nel ferro di cavallo - Greta Corradini.

Di lei, tutto si può dire tranne che sia una new entry nel mondo equestre e una delle frasi che ci ha più colpito nella nostra chiacchierata con lei è stata: «Sono onorata di poter dare qualcosa indietro a un mondo che mi ha dato tanto».

Riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’inizio...

Greta Corradini è una giovane appassionata (qualche anno fa, nel 2000) quando sulla sua strada, a Reggio Emilia, incrocia un istruttore di quelli come ne sono rimasti pochi. Mentre lei impara a battere la sella – ma anche a fare i box, a pulire il cavallo e a tenere in ordine per bene la selleria – a centro campo c’è Ruggero Sassi. Il suo istruttore.

«Ho iniziato a montare a 12 anni – ricorda Greta -. E il mio istruttore è stato proprio il presidente Sassi. Era un istruttore severo (nel caso qualcuno avesse avuto dei dubbi..., ndr). Diceva poco ma ogni parola era una perla di tecnica e sapere equestre. Mi ha insegnato tutto a 360°. Dal montare a spazzare il corridoio ed è stato tutto molto utile e formativo anche oltre la scuderia».

Greta Corradini si appassiona al completo, che pratica fino all’ottenimento del 2° grado. Poi le capita un cavallo che in campagna non funziona e allora, negli ultimi 5-6 anni della sua carriera sportiva, opta per il salto.

«A un certo punto si è presentata la scelta obbligata. Arrivo da una famiglia senza precedenti equestri e proseguire in ambito agonistico stava diventando fuori dalla mia portata... Così ho iniziato a lavorare in altri settori e l’equitazione è rimasto il mio grande e appassionate hobby».

Poi, purtroppo la malattia della mamma, che porta Greta a decisioni difficili, fino a farle scegliere di rimanere a casa per poterla seguire.

E proprio in questo periodo, mentre è a casa, Greta rispolvera uno di quei talenti di cui di solito si dice ‘impara l’arte e mettila da parte’...

Tira fuori la macchina per cucire che le aveva regalato il papà e, memore dei pomeriggi di bambina a casa con la nonna (ex lavoratrice di un’azienda avicola con la passione per la confezione dei suoi vestiti) affina la sua capacità di confezionare ciò che serve in scuderia.

«Mi sono sempre fatta copertine, sottofasce e altre piccole cose. Del resto, non potendomi permettere di acquistare tutte le meravigliose cose che vedevo in selleria, l’unica possibilità che mi rimaneva per averle era farmele più belle, da sola. E la ‘mia’ produzione piaceva molto anche a tutte le mie amiche di scuderia. Così all’inizio è stato una specie di secondo lavoro. Poi, quando ho scelto di rimanere a casa con la mamma mi sono detta: ‘perché no’? E così sono partita come un treno, soprattutto motivata dal fatto che sarebbe stato finalmente un lavoro che mi avrebbe permesso di rimanere nel mondo equestre, il mio mondo».

Greta Corradini sceglie i tessuti, taglia, cuce... E la sua produzione diventa Taylor’s Bee. Un marchio che identifica un modo fresco e allegro di concepire e dare un nuovo volto al ‘tessile equestre’. E siccome i percorsi del destino sono sempre più articolati perfino di quelli del cross... ecco che Greta Corradini, a distanza di qualche anno, trova il modo, come dicevamo all’inizio, di dare qualcosa indietro al suo mondo. E diventa uno dei sostenitori del Comitato Regionale Emilia Romagna, presieduto – e provate a dire che la sorte non c’entra – proprio dal suo primo istruttore. Contestualmente, grazie al programma del marketing territoriale, ‘sale a bordo’ anche del Friuli Venezia Giulia.

«È stato importante aver avuto il coraggio di provarci. E ora non posso che essere fiera e orgogliosa di poter sostenere il mio Comitato» ribadisce la Corradini che a tutt’oggi rimane la mano unica e sola dietro alla produzione Taylor’s Bee.

«Cucio tutto io. Sono una maniaca della perfezione e devo controllare ogni punto. L’artigianalità della mia produzione, insieme alla scelta dei tessuti e dei disegni è la mia firma» spiega la giovane imprenditrice emiliana.

Parlando dei suoi progetti futuri, Greta separa con grande equilibrio quelli personali da quelli aziendali, anche se poi, a ben guardare, finiscono esattamente nello stesso posto...

«Mi piacerebbe molto tornare a montare e fare qualche gara. Ultimamente non ho potuto montare con regolarità e mi manca moltissimo. Come azienda mi piacerebbe molto arrivare con le mie creazioni a Piazza di Siena e affacciarmi al panorama nazionale».

Intanto, il primo appuntamento fuori regione per Taylor’s Bee e Greta Corradini è già fissato: Fieracavalli, padiglione 6, stand C2.

«Sarà una bellissima occasione per ritrovarci tra gente di cavalli» .