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PratoniSummercamp 3 2Si è concluso con grande successo, non solo relativamente al numero di partecipanti, ma anche per ciò che riguarda gli aspetti organizzativi il Pratoni Summer Camp 2020, che si è svolto naturalmente negli impianti del Centro Equestre Ranieri di Campello dal 10 al 13 agosto. 

 

Circa 215 cavalli hanno preso parte all’appuntamento che si è svolto nel Tempio dell’equitazione italiana, il CERC, fiore all’occhiello del mondo degli sport equestri azzurri per le sue peculiarità e le sue caratteristiche davvero uniche.  A sottolineare la bellezza e la sacralità di un posto come quello dei Pratoni del Vivaro ci ha pensato, infatti, il Direttore sportivo delle discipline olimpiche della FISE, Francesco Girardi in occasione del briefing di presentazione all’apertura dell’iniziativa federale.

 

Il Pratoni Summer Camp è stata un’esperienza più unica che rara per i ragazzi che vi hanno partecipato. Un’esperienza fantastica che ha contribuito a dare una forte spinta motivazionale a tutti i ragazzi, favorendo momenti di aggregazione e socializzazione non solo tra i partecipanti, ma anche tra gli istruttori, che hanno avuto la possibilità di condividere le problematiche del lavoro a casa e trovare insieme le possibili soluzioni. 

 

Per il Pratoni Summer Camp il Dipartimento Completo ha convocato il Team Italia e il Future Team, (Pony, Junior e Young Rider) e ha dato loro la possibilità di lavorare con i tecnici dei rispettivi settori: Emiliano Portale, Jacopo Comelli e Zilla Pearse. I Comitati Regionali hanno avuto la possibilità di mandare ai Pratoni anche i giovani più promettenti dei diversi territori (Next Generation) per la partecipazione agli incontri con il tecnico federale Roberto Rotatori. 

 

Interessante il lavoro svolto durante i quattro giorni di Campus nel più totale rispetto delle normative per il contenimento del contagio Oltre alla parte pratica, in campo e in scuderia, il Campus è stato arricchito grazie a una sezione teorica svolta all’aperto, durante la quale sono stati approfonditi diversi argomenti. Tra questi la sicurezza, con l’intervento di due sponsor federali: KEP Italia e Safe Riding, i Regolamenti (Robert Smith), il Grooming (Giulia Argenziano), dell’Etologia (Edoardo Partini), ill Mental Coaching (Ludovica Bedeschi), il Visual Training (Alessandra Zizzi) e la preparazione atletica, curate dal Supporter federale TechnoGym. 

 

La buona riuscita del Campus è dipesa anche dall’ottimo lavoro di squadra che ha visto tutte le figure tecniche e professionali coinvolte e già citate, alle quali non si può non aggiungere anche Massimo Ramires, che si è occupato della logistica dei campi ed è stato impegnato anche come disegnatore dei percorsi di cross-country della gara, e Marco Salvatori che per il Dipartimento Completo ha curato l'organizzazione. Ottimo è stato ancora il coordinamento con l’Associazione Ranieri di Campello, che ha dato vita al concorso nazionale nel fine settimana. 

 

I ragazzi hanno dimostrato tutti grande interesse e hanno unito l’utile al dilettevole, considerati i numerosi i momenti di svago e divertimento. Il Summer Camp dei Pratoni del Vivaro è stato molto utile, non solo per alimentare le conoscenze teorico pratiche, ma anche per dare la possibilità ai ragazzi di vivere un’esperienza di aggregazione che certamente ricorderanno per tutta la vita. A fare il resto ci ha pensato la magia dei Pratoni del Vivaro, un posto davvero incredibile che la Federazione, insieme all'Accademia Federico Caprilli e alle amministrazioni locali continua con decisione e fermezza a valorizzare. Occasioni del genere sono certamente utili per sottolineare l’importanza dell’impianto per gli sport equestri italiani, dalla base fino ad arrivare ai Campioni, che non si fanno scappare la possibilità di andarsi ad allenare in un impianto unico. 

 

Un posto che, dalle Olimpiadi del 1960, è stato testimone silenzioso di gesta agonistiche indescrivibili e che ha visto trionfare i più forti campioni di tutti i tempi. Un posto la cui memoria è stata custodita dal compianto Albino Garbari, testimone morale di quei luoghi, di quei salti e di quei personaggi che come lui hanno reso grande i Pratoni del Vivaro.

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