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Grimaldi eugenio hurricane JVgrassoEugenio Grimaldi sigla il premio Clabel 

 

Dominio azzurro nella categoria che ha aperto l’edizione 2018 della tappa italiana della Longines FEI Jumping World Cup™. Il premio Clabel Impianti Ippici - prova a due fasi - con ostacoli da 145 centimetri ha infatti visto ai primi posti i cavalieri italiani.


Il più veloce dei 43 binomi al via è stato Eugenio Grimaldi (nella foto © JV/Grasso) che con Hurricaine van de Fruitkort è stato velocissimo e con il tempo di 32.04 secondi conquistando una vittoria per lui molto importante, visto che era all’esordio in una categoria di un CSI5*-W.


Il 32enne cavaliere napoletano ha preceduto sul cronometro il giovane caporale toscano Guido Franchi con Quixotic DC (32.21) e il carabiniere Filippo Marco Bologni con Quidich de la Chavee (32.57).


Quarto posto ancora italiano per il carabiniere scelto Emanuele Gaudiano con Chekhof PKZ (32.93).

Grande gioia di Eugenio Grimaldi che ha seguito con sofferenza gli ultimi concorrenti in gara insieme al cittì Duccio Bartalucci e Filippo Marco Bologni. A metà del percorso dell’ultimo cavaliere Abdel Said l’urlo liberatorio di Eugenio, la certezza di avercela fatta. “E vai, ho vinto. Temevo l’egiziano perché lui è molto veloce ma, insomma, è andata bene. Avevo studiato con attenzione il tracciato e individuato due punti chiave. L’avvicinamento al fosso che io ho fatto in sette tempi di galoppo, gli altri in otto, e la girata finale verso gli ultimi ostacoli. Molto molto stretta per guadagnare sul tempo. Sapevo di prendermi due grossi rischi ma era l’unico modo per avere delle possibilità di podio. Sono contento, ero stato a Verona undici anni fa vincendo la Coppa delle Regioni per la Campania, poi niente più, ci siamo ritrovati con questa città e questo pubblico nel 2018 e meglio di così non potevo cominciare. Colgo questa occasione per ringraziare la FISE che sta dando tante possibilità a noi atleti anche di seconda fascia e alla carica che ci ha trasmesso il cittì Bartalucci. Nella riunione della vigilia ci aveva invitato a non pensare solo all’appuntamento di Coppa del Mondo, ma cercare di fare risultato in tutte le gare. Quattro azzurri nei primi quattro posti nella prima gara del programma mi sembra sia la risposta che lui voleva da noi cavalieri”.

 

Govoni: “mi diverto solo se vinco”

Con i suoi splendidi 51 anni Gianni Govoni è il ‘papà’ della pattuglia azzurra a Jumping Verona 2018. E’ il veterano al quale ogni cittì della nazionale non rinuncia mai per tre motivi. E’ un serio professionista, una chioccia per i più giovani e uno che non ha mai smesso di sapere come si vince. I percorsi di Govoni sono per i più giovani una fonte di studio per imparare, per i big un cavaliere da temere sempre. Verona è un appuntamento fisso per il modenese. “Gareggiare in questa arena regala emozioni uniche. Per me questa è la tredicesima volta in Coppa del Mondo a Verona. La location della Fiera è fantastica, la gente ha la possibilità di starti vicina in campo prova e in tribuna ti sa trasmettere una pressione altissima. Fare una grande gara qui, soprattutto se poi si vince, ha per me un sapore speciale perché c’è gente competente, che ama il mondo del cavallo. Fieracavalli è addirittura arrivata alla centoventesima edizione e basta questo per capire molte cose. E poi qui è presente sempre il top dell’equitazione mondiale. Non giriamoci intorno, tutti ci tengono da matti a vincere una gara a Jumping Verona, la concorrenza è spietata, un po’ come accade a Piazza di Siena”.

 

E in questo clima infuocato Govoni ci si muove con una serenità esteriore disarmante, ma con una carica interiore da far paura. “Tutte le volte che sono convocato in azzurro sono ovviamente orgoglioso però per dire sì devo essere certo di stare bene e di avere dei cavalli in grado di fare risultato. Non mi piace vivacchiare, magari togliere il posto a un compagno che ha maggiori chance di me: esserci solo per partecipare non fa per me”.

 

E il cavallo buono Govoni lo ha ritrovato nel suo Antonio. “L’infortunio che lo ha tenuto lontano dalle gare tra il 2016 e 2017 è solo un vecchio e brutto ricordo. Lui ha una forza e un carattere straordinario. Non è mai stanco. Prima di saltare con me era in mano a un cavaliere amatoriale e aveva saltato solo ostacoli da 1 metro e 45. A 12 anni può dare ancora molto e vincere”.

 

Alberto Zorzi e Lorenzo De Luca hanno aperto la strada di cavalieri italiani che lasciano l’Italia per andare a lavorare nelle più prestigiose scuderie europee. Ora tocca a Giacomo Casadei, il ragazzino di 16 anni, ingaggiato da Stephan Conter. Che ne pensa Govoni? “Fanno benissimo. Se avessi parecchi anni di meno non ci penserei due volte a lasciare l’Italia. Ebbi anch’io l’occasione di trasferirmi in Inghilterra o Germania ma restai qui. Un grave errore di gioventù. L’unica alternativa sarebbe quella di acquistare cavalli competitivi, investire su quelli giovani, lavorarci duramente e vincolarli per non farceli portar via da chi può. Ma riconosco che i costi sarebbero altissimi, troppo per l’Italia”.

 

Lucia Vizzini nella top ten della prova a tempo

Serviva essere precisi e veloci oggi nel premio Kask, prova a tempo seconda categoria della giornata a Jumping Verona. E velocissimo, oltre che impeccabile, è stato l’irlandese Michael G Duffy in sella al suo Chappo Chey. Il tempo fatto registrare dall’irlandese è stato infatti imprendibile per gli avversari: 62.27 secondi.

 

Distanziato di oltre un secondo e mezzo, costretto ad accontentarsi della piazza d’onore è stato così lo svedese Henrik von Eckermann che in sella a Que Bueno de Hus Z con il tempo di 63.99 secondi, sembrava destinato alla vittoria fino all’ingresso di Duffy (quart’ultimo dei 40 binomi al via).

 

Terzo posto ancora per la Svezia, con la bionda Petronella Andersson con Eclatant (64.67 secondi).

 

Migliore degli azzurri Lucia Vizzini Le Jeune, settima in sella a Loro Piana Filou de Muze con bel netto portato a termine ‘con tranquillità’ nel tempo di 72.15 secondi.

 

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