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Denunciate 13 persone e sequestrati tredici cavalli. Sembra un gioco di numeri ma invece non lo è. Si tratta di “Febbre da cavallo” (dall’ omonimo film degli anni '70), così è stato chiamata l’operazione che ha consentito di sgominare un’organizzazione che gestiva gare clandestine di ippica.
Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in un ex ippodromo situato nel territorio di Scorrano, in provincia di Lecce. Oltre ai cavalli sono stati sequestrati anche un grosso quantitativo di materiale dopante e di sostanze antidolorifiche (tra cui alcuni medicinali destinati agli esseri umani e somministrati agli animali), una vettura che veniva utilizzata come autostarter, numerosi calessi e l’ attrezzatura da gara. Mentre per i protagonisti della vicenda è in corso una denuncia per maltrattamento di animali, reato ora inserito nel codice penale, e associazione a delinquere.
Tutto è cominciato qualche mese fa quanto le corse clandistine venivano organizzate e disputate su strade poco trafficate di alcuni comuni del Basso Salento. Le gare illegali erano, da circa un mese, organizzate e disputate nel vecchio ippodromo inutilizzato di Scorrano, allestito, grazie anche all’ aiuto di un complice dell’ organizzazione, con box per i cavalli e attrezzature varie. Proprio durante una gara di trotto, dove erano presenti anche molti bambini, gli agenti hanno fatto irruzione. Immediatamente sono stati sequestrati i cinque cavalli che stavano in gara, poi, appena rinvenuti, hanno preso anche gli altri otto.
L’operazione è stata coordinata dalla Procura di Lecce che ha visto all’opera circa 100 uomini tra agenti della Squadra Mobile, diretti da Michele Abbenante, e del Corpo Forestale dello Stato, guidati dall’Ispettore Antonio Panzera.
Gli agenti sono stati coadiuvati da veterinari che hanno effettuato prelievi di campioni di sangue per le analisi al fine di accertare l’ uso delle sostanze dopanti perché il sospetto che i poveri animali siano stati drogati per correre oltre il loro limite è assai forte. I cavalli, adesso, sono stati affidati in custodia a locali e maneggi autorizzati. Il Procuratore Capo Cataldo Motta, molto soddisfatto per il risultato conseguito, ipotizza che attorno alle corse gravitava anche un giro di scommesse clandestine necessarie per sostenere l’attività illecita. Le indagini, tuttora in corso, dovranno far luce su questo importante aspetto per chiarire volume e consistenza delle puntate.

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