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Redditometro: fuori le spese veterinarie per i cavalli da compagnia

Togliere le spese veterinarie dal redditometro. Lo chiedono le associazioni Enpa, Lav, Leidaa, Lega nazionale difesa del cane e Oipa in una lettera congiunta, per sollecitare l'intervento del presidente del Consiglio Mario Monti, del ministro della Salute Renato Balduzzi e del sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale. “L’inclusione delle spese veterinarie tra gli indici di ricchezza ha trovato il disappunto non solo degli animalisti e di numerosissimi cittadini che convivono con cani e gatti, ma anche del mondo della politica e della veterinaria – hanno dichiarato le associazioni - tali spese non possono e non devono essere specchio di agiatezza: gli animali, come riconosciuto dal Trattato di Lisbona dell'Unione europea e dal Codice deontologico dei medici veterinari, sono esseri senzienti, non beni di lusso. Hanno il diritto alla tutela del loro benessere e della loro salute, garanzie queste che devono essere assicurate tanto più in una fase così delicata per l’economia di molte famiglie”.
Sulla stessa linea, Marco Melosi, presidente dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), che ha inviato la sua firma di adesione alla petizione 'Fido non è una tassa', promossa dall'eurodeputato Cristiana Muscardini. La petizione chiede che le spese veterinarie sugli animali da compagnia escano dal redditometro 2012. "E' importante il sostegno degli europarlamentari - dichiara Melosi - per far comprendere al Governo nazionale che comportamenti virtuosi come l'identificazione anagrafica, le cure veterinarie, la prevenzione delle zoonosi e del randagismo sono previsti dall'Europa. E si traducono in risparmio anche per le casse del Tesoro".
Il presidente dell'Anmvi sottolinea come l'equide detenuto senza scopo di lucro non può rientrare tra le fonti di reddito. Secondo la Convenzione Europea degli Animali da Compagnia, recentemente ratificata dall'Italia, "ogni persona che tenga un animale da compagnia o che abbia accettato di occuparsene sarà responsabile della sua salute e del suo benessere". La norma europea, ratificata come legge dello Stato italiano, vale indistintamente per tutti gli animali d'affezione.

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