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Cavalli e violini, binomio indissolubile

L'archetto è un accessorio indispensabile per suonare gl strmenti musicali detti appunto ad arco.
Tradizionalmente è costituito da una bacchetta in legno curvato a caldo. Il legno può essere pernambuco, legno brasiliano o verzino. I legni derivano dalla stessa specie di albero loriginario dell'Asia il pernambuco viene ricavato dalla parte centrale dell'albero ed è molto più scuro, il legno brasiliano viene colorato di scuro per renderlo simile. Il pernambuco è un legno pesante, resinoso e molto elastico, presenta inoltre una grande velocità nella propagazione del suono. Agli estremi viene fissato un fascio di crini di cavallo mediante un'operazione detta "incrinatura": si tratta di «una operazione piuttosto complessa e delicata che richiede notevole esperienza. Per una buona incrinatura si debbono usare crini di coda di cavallo maschio, quelli di cavalla sono deboli, grassi, giallastri e indeboliti dalle urine. Il fascio di crine viene tenuto teso dall'elasticità del legno e da un meccanismo a vite, detto "nasetto", che muove il tallone, la parte dove l'arco viene impugnato, spesso realizzata in ebano, talvolta in avorio ed altri materiali ricercati, con intarsi e finiture in madreperla, argento o oro.
I crini vengono fatti strisciare sulle corde dello strumento per produrre il suono; per aumentare l'attrito sulle corde, il crine deve essere frequentemente trattato con colofonia, una particolare resina detta comunemente pece che di solito va applicata ogni volta che lo strumento viene suonato.
L'arco degli strumenti medievali era corto, molto semplice e di forma effettivamente convessa (da qui il suo nome) poi con il progredire della tecnica esecutiva, in particolare del violino è divenuto più lungo e più piatto fino a prendere la sua attuale forma, in realtà leggermente concava (arco classico ed ottocentesco).
Progredendo nella dimensione dello strumento, dal violino fino al contabbasso, l'arco diviene più corto, la bacchetta più grossa e più spessi e numerosi i crini.
Il legno dell'arco è sottoposto a forti sollecitazioni, quindi con il tempo e l'uso o la tensione prolungata, l'arco può snervarsi e perdere elasticità; in particolare, se mantenuto in tensione per lunghi periodi di tempo, può danneggiarsi; ciò non impedisce però che tutt'oggi siano conservati e siano ancora usati pregiatissimi archi ottocenteschi, in particolare francesi.
Dopo secoli di tradizione ci si stupisce come un materiale ” antico” come il crine di cavallo non possa venire sostituito con altri piu' moderni ed econimici, tuttavia l'impiego di crini sintetici si è rivelato totalmente insoddisfacente e la tradizione ha prevalso sull'innovazione.
La professione dell'archettaio, ben distinta da quella del liutaio, per ora è salva!

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