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Olimpiadi: “come una squadra insieme alla FISE”La testimonianza degli azzurri individuali a conclusione dell’esperienza londinese

Quando si scende in campo, per l’Italia, alle Olimpiadi, lo scopo personale e federale coincide con il sogno popolare: vincere una medaglia. In pochi, però, conoscono i retroscena, le pressioni, le tensioni e l’impegno che tutto il team Italia, tecnici e inviati federali compresi, mette in campo per arrivare fino a quel traguardo, dopo anni di preparazione. I “pochi” sono loro: i nostri azzurri e chi li affianca nella missione.

L’appuntato scelto Stefano Brecciaroli (Apollo VD Wendi Kurthoeve) e l’aviere capo Vittoria Panizzon (Borough Pennyz) hanno concluso la prova individuale del completo, rispettivamente in 19.ma e 11.ma posizione. Il carabiniere scelto Valentina Truppa (Eremo del Castegno) ha terminato la sfida individuale del dressage in 15.ma posizione. Tre azzurri individuali, tre finalisti, tre rappresentanti dell’Italia che fanno parte dei migliori 20 nel mondo olimpico. Tre atleti frazionati in due discipline, ma “uniti e solidali come una squadra - ha dichiarato Valentina Truppa – questa è doverosamente la parte migliore dello sport. C’è stato un tifo reciproco, molto sentito, e una collaborazione solidale dietro le quinte. Stefano è mio collega di divisa da nove anni – prosegue l’amazzone - e oltre ad essere uno stimato professionista, è una persona umanamente disponibile e altruista. Basti pensare che mentre lui e Vittoria disputavano la loro prova individuale, lui aveva sempre per me una parola di appoggio morale in vista della mia gara. Vittoria non l’avevo mai conosciuta e in due ore ci siamo raccontate tutta la nostra vita. Io e lei eravamo unite nella comune esperienza olimpica da affrontare con due cavalli giovani, entrambe alle prese con numerosi binomi di grande esperienza. Ci siamo unite molto e spero di poter colmare questa distanza che ci divide con una vera amicizia. Noi tre siamo tornati a casa, in parte soddisfatti, in parte con la consapevolezza che poteva andare molto meglio. Ma questo è uno stimolo a lavorare di più, a perfezionarsi e essere più competitivi. Ce l’abbiamo messa tutta, a Londra, e questo è stato moto apprezzato dal presidente del CONI, Giovanni Petrucci, che si è complimentato con Andrea Paulgross per la rinnovata competitività dei binomi scesi in campo per gli sport equestri italiani. Personalmente, sono felice di aver vissuto questa esperienza e di averla condivisa in questo modo con i miei compagni di squadra”.

Stefano Brecciaroli, dal canto suo, è amareggiato: “Non è andata come mi aspettavo e quello che più mi brucia è il risultato nel salto ostacoli. Dopo la prova di cross, che nella sua costruzione rispecchiava non proprio l’ideale per Apollo (e per altri 83 binomi che non sono riusciti a rimanere nel tempo, ndr), parliamo di un percorso di 10 minuti impostato come un CIC, quindi senza respiro, non tecnicamente difficile ma poco galoppabile, se avessi concluso il salto ostacoli con un doppio netto mi sarei piazzato al quinto o sesto posto. Mi avrebbe ugualmente deluso la performance, ma senza dubbio un pò meno, rispetto al passaggio dal 2° al 19° piazzamento. Ho sbagliato io. La fermata nella prima manche (sulla tavola bianca che ha creato non pochi problemi nella sfida olimpica del salto ostacoli puro, ndr) è stata la causa della mia disattenzione. Non credevo che Apollo gli avrebbe dedicato così tanta attenzione, e li è mancata la mia reattività. L’errore in seconda manche – prosegue – è stato il risultato della mia troppa pressione nell’affrontare la linea. Lo sentivo apprensivo e non ho voluto rischiare una seconda fermata. Questo è lo sport. Si va avanti e si continua a puntare in alto. La mia demoralizzazione ha trovato appoggio in una federazione che sta dando, da 4 anni, il massimo per noi cavalieri. Eravamo solo tre individuali, ma ci hanno sostenuto come se l’Italia avesse schierato la squadra in 3 discipline. Mi dispiace per la mancata qualificazione del binomio Biasia – Tatchou. La loro presenza ci avrebbe reso una squadra competitiva. Ciò nonostante – incalza l’azzurro – la concreta presenza organizzativa e logistica federale ci permette di guardare avanti con fiducia e pensare già ai campionati d’Europa. Il mio ringraziamento va al presidente Paulgross, per la sua sentita presenza sul campo, ad Andrea White, per la sua dedizione eccellente, al tecnico Paolo Margi, allo staff veterinario, e alla proprietaria di Apollo, Maria Giovanna Mazzocchi, per il suo sostegno nei miei confronti. Sotto la mia sella so di avere un ottimo cavallo e questo è possibile grazie a lei”.

Sull’attuale situazione del dipartimento, Brecciaroli dichiara: “abbiamo tutte le risorse per fare bene agli Europei. Abbiamo Biasia, Panizzon e Bordone. Abbiamo cavalieri impegnati costantemente nella disciplina, che possono essere competitivi. La FISE esprime volontà e non delude nei fatti: l’attività sportiva e la programmazione che ne sta alla base, sono prioritarie sia per il dipartimento completo, che per il presidente Paulgross”.
Tra presente e futuro, tra completo e dressage, Brecciaroli parla dei suoi compagni di team: “Voglio fare i miei più sentiti complimenti a Vittoria Panizzon per aver cresciuto la sua cavalla con tale bravura, da averle infuso l’esperienza necessaria per affrontare, a soli 9 anni, l’appuntamento olimpico in modo straordinario. Vittoria ha sempre dedicato sacrificio in questo sport, e il sacrificio paga bene. Lei e Pennyz saranno una grande risorsa per l’Italia. Per quanto riguarda la mia collega di divisa Valentina Truppa,: più brava di così! Il suo debutto alle Olimpiadi lo ha vissuto con concentrazione e serenità. Una grande testa, quella di Valentina, una grande professionalità. Ha saputo gestire le numerose tensioni del suo cavallo senza precludere l’esecuzione. E adesso è tra i migliori 15 dell’Olimpo”.

Anche Vittoria Panizzon ribadisce il ruolo federale sul campo. “E’ un collante che ci rende uniti e solidali. Con piacere sottolineo nuovamente l’importanza di aver avuto al mio fianco la delegazione federale, in particolare Andrea White. Sono felice di aver conosciuto meglio il Presidente Paulgross, che è stato al nostro fianco sempre, anche ai box. La sua partecipazione ha dato a noi azzurri uno stimolo in più per dare il meglio di noi. Le parole di Paulgross, il suo sostegno, personalmente, mi danno fiducia nel guardare avanti, verso le nuove sfide. Continuerò a mettercela tutta”. Sui compagni di squadra, “io e Stefano eravamo molto vicini nell’ordine di partenza e non abbiamo potuto assisterci a vicenda, ma appena ho concluso il mio cross, dopo essermi occupata del recupero di Pennyz, mi sono affrettata a vedere la parte finale della sua prova. Mi spiace per il suo mancato traguardo, ma resta un cavaliere di punta che ci ha inorgoglito con un dressage di cui ha parlato tutto il mondo. Spero di poter essere nuovamente parte di una squadra insieme a lui”. Riguardo a Valentina Truppa, l’amicizia tra le due amazzoni è partita con una telefonata, fatta da Vittoria, poco prima dell’appuntamento a cinque cerchi e proseguita, possiamo dire forzatamente, durante la sfilata delle nazioni nella Cerimonia d’apertura dei Giochi. “Ore e ore in cammino, in piedi, fianco a fianco – racconta la Panizzon – ho scattato un migliaio di foto che le manderò. Mi sono unita molto anche a Valentina, nonostante facessimo parte di due discipline diverse, ma entrambe legate alla passione per il cavallo. La stimo moltissimo perchè ha allevato, cresciuto e portato fin qui un cavallo italiano che, nonostante la giovane età, dimostra di essere all’altezza della situazione sotto la sella della sua amazzone. La prima prova di Valentina l’ho seguita in tv e le ho anche fatto una registrazione perchè i commentatori inglesi l’hanno davvero applaudita. E’ una testimonianza importante che le farà piacere. Per la finale, come le avevo promesso, sono andata a vederla dal vivo. D’altronde lei e il papà ci sono stati accanto durante le nostre prove. Credo che queste emozioni racchiudano il vero senso dello sport nazionale. Tutti sotto la stessa bandiera a dare il massimo per l’Italia, uniti come una vera squadra deve fare”.

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