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PAULGROSS E LA FISE: Il presidente ha ufficializzato la sua ricandidatura al vertice federale, tracciando il bilancio del quadriennio che si sta per concludere e anticipando le linee-guida per il prossimo

Quasi due ore a cuore aperto, tra cifre, analisi, spiegazioni, previsioni, sogni. Sì, anche sogni: “perché la Federazione che voglio deve cercare in ogni modo di condividere i sogni che le amazzoni e i cavalieri d’Italia ancora vivono con forza e volontà”.

E' stato un confronto importante durante il quale Andrea Paulgross ha analizzato il lavoro svolto e soprattutto le basilari innovazioni strutturali introdotte che hanno cambiato la faccia e la pelle della Federazione i cui effetti, già in parte visibili prenderanno forma col trascorrere del tempo. Ed è proprio per fare crescere queste riforme, strutturare questi cambiamenti che Andrea Paulgross si è ricandidato, anticipando una sintesi di alcune delle linee-guida del suo programma per il prosismo quadriennio.

“Credo che il tempo trascorso in FISE, per quanto intenso, non sia stato sufficiente a completare il percorso innovativo così complesso e articolato. Dalla fine del 2008, abbiamo posto le basi per il vero rinnovamento profondo, radicale, nei fatti e non nei proclami elettorali, con concreti progetti avviati e da sviluppare. Il mio impegno è quello di andare avanti nella direzione intrapresa, completando e incrementando le riforme che possano garantire un futuro migliore al nostro movimento incentrando le risorse sullo sport ed aprendo sempre di più la federazione a quelle energie che sono vitali per la filiera equestre”

Le cose fatte – Andrea Paulgross è entrato nelle specifico delle non poche iniziative assunte. “La prima riforma che reputavo vitale per il nostro ambiente è stata quella di separare l’attività sportiva da quella politica, che in passato erano intrecciate, creando un nocivo circolo vizioso. Io ho scelto di mettere sempre la politica al servizio dello sport, e mai l’opposto”. Un’impostazione coraggiosa che gli ha causato inimicizie nella schiera di chi era legato a logiche di tutt’altro segno, anche da chi oggi si candida come avversario: “Non mi sono mai preoccupato del consenso, ma di fare. E ho scelto l’autonomia dello sport. Non c’è più una gestione diretta dell’attività sportiva da parte della politica: noi l’attività la indirizziamo, a gestirla pensano i tecnici, che tra l'altro sono bravi. Magari non tutti hanno apprezzato questa impostazione, ma io non cambio idea”.

Una novità importante, ha continuato Paulgross, è venuta in questi anni dall’ingresso nel mondo dell’equitazione di Class Horse Tv, il canale tematico che è diventato il punto di riferimento dell’intera famiglia degli appassionati e degli operatori del settore del cavallo. “Per me, ma credo che per chiunque lo esamini senza precocetti, si tratta di un risultato straordinario, frutto di un rapporto tutt’altro che scontato. Siamo l’unico sport che è riuscito a far mettere in piedi un canale televisivo in grado di coprire tutta l’attività, h24 e a costo zero per i primi due anni, quelli del lancio e degli investimenti più importanti. La visibilità garantita a tutte le nostre discipline, oltre a costruire un formidabile strumento di informazione e di divulgazione, può rappresentare un supporto formidabile a chi organizza gli eventi equestri e, di conseguenza, anche a chi vi partecipa. La presenza stabile di una tivù dell’equitazione può contribuire a sgravare i costi di chi ‘costruisce’ la manifestazione e degli stessi cavalieri, attraverso operazioni di co-sharing; può favorire la ricerca di sponsor; ci ha già suggerito una diversa elaborazione dei calendari, che vogliamo ristrutturare a livello territoriale, legando strettamente l’attività sportiva alla presenza della televisione”.

I risultati sportivi – L’Italia del cavallo è un’Italia che finalmente torna anche a vincere (“E nel quadriennio che si sta chiudendo ha vinto mediamente molto di più, rispetto agli ultimi anni”). In effetti ha vinto tanto, e in tutte le discipline, a livello giovanile, “anche nel salto ostacoli”. Ha ribadito la sua tradizione nel completo, ha trovato una fantastica protagonista nel dressage, sta per portare alle Olimpiadi di Londra tre eccellenti atleti – Stefano Brecciaroli, Vittoria Panizzon e Valentina Truppa, appunto – animati da una formidabile voglia di essere protagonisti. E’ cresciuta in diverse altre discipline: dal reining al volteggio, dagli attacchi al polo.

“Ma i risultati, le vittorie, pur rappresentando grandi momenti di gioia, devono essere sempre di più la conseguenza del lavoro svolto – ha detto Paulgross – Abbiamo impiegato questi quattro anni essenzialmente per mettere a sistema le nostre attività. Vogliamo impegnarci nei prossimi quattro nella declinazione delle riforme varate. Il nostro obiettivo è questo. Del resto si vince nei campi più disparati: è un grande successo anche la sentenza dell’Antitrust che, riconoscendo gli impegni della FISE, a fine giugno del 2011 ha chiuso una vertenza vecchia oltre dieci anni, restituendo chiarezza e certezze alla nostra attività”.

Un’esigenza per il futuro – “Abbiamo ottimi tecnici, ottimi cavalieri, bravissimi veterinari, tutto il comparto tecnico ha delle grandi, italianissime eccellenze. Nonostante le difficoltà strutturali, la tradizione di qualità sportiva si è rinnovata. Lo dimostra soprattutto quanto continuiamo a raccogliere a livello giovanile. ‘Produciamo’ gente che monta bene. Insomma, la parte tecnica sul campo funziona come si deve. Il problema è che una cosa è essere un tecnico, un’altra essere un tecnico dirigente. Una figura, questa, diventata invece ancora più importante, ora che la politica ha fatto un passo indietro rispetto alla gestione dell'attività sportiva. La dimensione dello sport oggi richiede anche questo: la capacità di rapportarsi con le diverse componenti dell’ambiente. Il tecnico, nell’autonomia delle sue prerogative decisionali sulle scelte, opera seguendo linee programmatiche di indirizzo della Federazione, ed è importante che nella quotidianità del suo operare si manifesti adeguatamente, rappresentando queste stesse linee. La FISE sta cercando e al tempo stesso formando professionalità di questo tipo. Alla fine di questo percorso, trovato definitivamente un assetto improntato su capacità e competenza, il nostro sport camminerà sulle sue gambe: persino a prescindere da chi sarà chiamato a guidarlo".

Bugie e cifre reali – “Voglio chiarire qui che sarebbe l’ora di smettere di sprecare fiato ed energie nelle diffamazioni e pensare piuttosto alle criticità reali che questo ambiente sta vivendo e vivrà ancora nei prossimi anni, al pari dell’intero Paese. C’è chi, non trovando evidentemente altri argomenti, è riuscito ad attribuirmi emolumenti da nababbo. Ebbene, le mie entrate ‘faraoniche’ in questo quadriennio, al netto delle ritenute fiscali, sono state rappresentate da indennità, nel rispetto dei parametri CONI, pari a 1710 euro al mese. Scesi a 1042 quest’anno. Ora, vogliamo lasciare stare queste bugie infamanti, provare ad andare avanti, fare uscire l’equitazione dalle secche? Ben vengano le critiche utili, per carità. Ma le calunnie le respingo al mittente”.

I bilanci – I conti della FISE. Paulgross ha esposto le cifre reali: “Al primo anno della mia gestione, abbiamo chiuso sostanzialmente in pareggio. Dal 2010, attraverso una serie di economie, siamo riusciti ad avviare una vera e propria rimonta, a dispetto della crisi insorgente e dei tagli operati dal CONI in tema di contributi: 661 mila euro di attivo di gestione nel 2010, 770 mila nel 2011, come il consiglio federale ha verificato e approvato ieri, 24 luglio. E credo di poter dire che anche il bilancio dell’anno in corso verrà chiuso in attivo, nonostante mille criticità. Le somme che ho indicato, visto che c’è chi me ne chiede conto, sono andate a coprire in buona parte il buco di bilancio di oltre 2 milioni di euro ereditato dalla passata gestione e a ricostituire il fondo-rischi della FISE, che era stato letteralmente azzerato. In quattro anni, insomma, non abbiamo ripianato totalmente il vecchio debito, ma siamo riusciti a riportare il bilancio nell’ambito di una conduzione sana. Senza mai ridurre, voglio sottolinearlo, gli investimenti sull’attività sportiva. Al contrario, all’interno del nostro budget abbiamo addirittura spostato un milione di euro dalle spese di funzionamento allo sport. E una decisione già presa, in linea con i miglioramenti di questi anni, è quella di tagliare del 30 per cento il costo di tutte le consulenze, a partire dal 1° di gennaio del 2013".

Il nuovo statuto – Paulgross ha sempre creduto che il rilancio del mondo equestre dovesse partire dal coinvolgimento di proprietari ed allevatori nelle strategie federali. I Board a loro dedicati, che questa gestione ha fortemente voluto porre al centro della macchina organizzativa, partono da un principio: è importante, anzi fondamentale la voce di chi ama e crede nel cavallo, a chi ne fa oggetto di investimenti importanti, a chi ci lavora con passione e sacrificio.

“Proprio alla luce di tutto questo, considero la riforma dello statuto FISE che, tra l’altro, ha riconosciuto dopo venti anni di prese in giro il diritto di voto ai proprietari la traduzione di un preciso dovere federale nei confronti di uno dei motori propulsivi del nostro mondo. Avevo proposto anche il voto per gli allevatori, ma il Coni si è espresso in maniera contraria. Ci riproveremo in futuro. Chi cresce il cavallo è una figura fondamentale. Da tutelare e rilanciare. Noi italiani, che avevamo alle spalle una formidabile tradizione allevatoriale, siamo riusciti progressivamente a riempire le tasche di quanti, anno dopo anno, hanno aumentato in misura esponenziale le strutture dedite all’allevamento e il numero di cavalli prodotti e venduti. Nei grandi Paesi europei organizzati, il cavallo da sella è stato trasformato in una risorsa economica di grande rilievo. Noi invece, che fino agli anni ’70-‘80 eravamo i primi, dobbiamo oggi ripartire quasi da zero. Recuperando, oltre che un sistema intelligente, una cultura e una tradizione fortemente italiane. Credo sia indispensabile che la FISE punti su questo, che provi in ogni modo a convincere il Governo affinchè restituisca dignità all’attività centrata sul cavallo. Dignità non solo sportiva, ma anche sociale ed economica”.

Il fisco – Uno dei centrI di riforma di questo quadriennio è stato cominciare a far diventare la FISE motore di interventi legislativi a favore dell'ambiente sportivo. "La Federazione, nella mia visione, visione deve crescere in competenza, per poter dialogare con la poltica di governo del Paese, nella consapevolezza che portando beneficio al nostro ambiente si fa l'interesse di un intero comparto produttivo".

Aggancio inevitabile, a questo punto, quello sul tema fiscale. Per Paulgross, “il cavallo deve essere un elemento di forza dell’economia, non un lusso o un bersaglio da colpire. Questa è la battaglia da combattere, che avrà effetti benefici su tutto il nostro comparto sportivo. Ho appena inviato una lettera ai  ministri competenti, per cercare di attirare la massima attenzione, anche legislativa, sul recupero dell’allevamento, sulla possibilità di riportare le nostre campagne non solo al decoro, ma soprattutto alla capacità di produrre concretamente ricchezza, come da noi accadeva un tempo e ora invece succede solo all'estero. Ci sono nazioni nelle quali il cavallo è una fonte di reddito concreta. In Italia non più. La FISE concentrerà sempre maggiori energie sull’obiettivo di ricollocare il cavallo al centro dell’attività, creando opportunità di lavoro, procurando soddisfazioni professionali e sportive. Anche per questo, all’interno del nuovo statuto, ha di fatto creato la figura del cavallo-atleta, trasformando quello che pareva soprattutto un possibile elemento di verifica fiscale in un soggetto sportivo, che si prepara, si allena e viene curato come un vero e proprio atleta. E anche per questo la FISE ha riconosciuto il professionismo, che oggi più che mai diventa uno strumento di tutela in ambito fiscale, quanto una base di partenza per un dialogo serio e professionale con la nostra struttura”.

Le scuderie – Un dialogo, ha precisato Paulgross, che deve svilupparsi nella direzione indicata da un altro grande progetto avviato nel quadriennio, questa volta focalizzato sullo sport di vertice. Quello delle scuderie. “La FISE si è messa a disposizione delle realtà serie, di quelle che vogliono costruire un’organizzazione solida, che abbia al centro il cavaliere, con i suoi cavalli, il suo team manager, i suoi collaboratori. Insomma, un’autentica scuderia. Siamo vicini alla definizione della prima ‘griglia’, quella delle prime scuderie di interesse federale che attraverso i propri team manager, e precisi business plan (un elemento fondamentale per programmare la propria attività sportiva e quindi per cercare i supporti giusti), potranno condividere gli sforzi messi in campo per raggiungere obiettivi condivisi a lungo raggio. Ad esempio, i Giochi di Rio”.

Allargamento della base – L’orizzonte più importante sul quale confrontarsi, in vista dei prossimi anni, è oggettivamente quello tracciato dalla realtà stessa di un Paese in evidente difficoltà economica. La FISE utilizzando il risultato finalmente raggiunto con l'autorità antitrust può essere più efficace e utile ai nostri centri affiliati. Lo sviluppo, ora, nella consapevolezza delle criticità del momento, degli evidenti problemi economici che affliggono tutti, va infatti nella direzione di soluzioni pratiche. Un passo significativo, in questo, senso, è stato il lancio della patente Club, a soli 5 euro. "Una decisione introdotta a metà giugno – ha spiegato Paulgross – che si inserisce nel progetto più ampio dell'allargamento della base dei praticanti, che passa anche per l'uilixzzo del nuovo canale televisivo, come sopra indicato, e semplificando l’accesso all’equitazione da parte dei più giovani. Ora, un altro aspetto che dovrà essere rilanciato è quello di favorire un'attività agonistica anche a bassissimo costo. Sto pensando ad alcuni esperimenti sviluppati in certi territori del Paese, che hanno riguardato il recupero di forme innovative di concorsi che possiamo definire 'promozionali' e che hanno avuto un evidente successo. Questo consentirà di rivitalizzare l'attività sportiva dei piccoli centri su tutto il territorio nazionale: la vera ossatura del nostro movimento sportivo".

Manifestazioni agonistiche - "Un punto fondamentale di miglioramento della nostra attività sarà quello di una più coerente organizzazione dei calendari delle varie discipline. Chi investe nell'allestimento dei concorsi deve avere certezze, che possono essere date solo da calendari certi e che forniscano il più possibile stabilità. La stessa esigenza, d'altra parte, è sentita da chi investe nella partecipazione ai medesimi concorsi. Ecco perché dobbiamo uscire per sempre dall'incertezza che questa regolamentazione genera. Proprio in questi giorni ho spesso parlato di circuiti a livello regionale, macroregionale e infine nazionale, che consentano di organizzare con sicurezza e continuità eventi in grado di fornire stabilità sia a chi organizza, sia a chi partecipa alle gare. E' per questo motivo che abbiamo aperto in queste settimane un tavolo di lavoro che riunisce sia i comitati organizzatori che i cavalieri, amatori e professionisti, per trovare insieme, in modo concordato, le soluzioni regolamentari più appropriate per rendere concrete e operative le linee-guida che ho in mente".

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