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Per la Germania Johannes EhningIl suo nome è Johannes Ehning. E’ nato il 9 ottobre 1982. Non è un caso di omonimia: si tratta del fratello di Marcus Ehning. Monta con quest’ultimo e ha in lavoro una ventina di cavalli. “I miei cavalli di punta sono Salvador, Cayenne, Appearance e Oscar du Rozel”, ha dichiarato a HorseWeb.

Johannes ha cominciato a montare all’età di 4 anni, in sella ai pony. “La persona più influente sulla mia equitazione – ha dichiarato il cavaliere – è mio fratello Marcus”.

Campione europeo junior nel 1999, medaglia d’oro a squadre nei campionati d’Europa young rider, Ehning “junior” ha vinto, nella scorsa stagione, il Gran Premio di Amburgo, il Gran Premio di Donaueschingen e il GP a Kiel. Quest’inverno ha contribuito, inoltre, alla vittoria tedesca in Nations Cup a Wellington. Un palmares che lo ha portato sotto gli occhi della Kingsland che ha deciso di sponsorizzarlo. “E’ un marchio favoloso. Tutti i suoi prodotti sono di qualità, resistenti e comodi da indossare”, ha dichiarato.

Johannes ha poi parlato dei suoi cavalli: “Salvador è un castrone di 13 anni, da Calvados, con un carattere molto difficile. Il primo giorno che l’ho montato mi ha sbattuto a terra 3 volte. E’ un cavallo molto padronale. Si fida di me e poche altre persone, in scuderia. Con lui ho dovuto ricominciare tutto da capo, con calma e progressivamente. Cayenne è più giovane, nove anni. E’ una femmina figlia di Cornet Obolensky. Lei è molto attenta e ha molto sangue, ma salta qualunque cosa si trovi di fronte. Poi c’è Appearance, anche lei femmina, coetanea di Cayenne, da Armitage. Lei ha bisogno dei suoi spazi e vuole essere trattata con molta cura. Esige le maniere dolci. In campo, più è grosso, più salta. Ultimo ma non meno degno di nota, è Oscar du Rozel, uno stallone di 10 anni, da Dollar du Murier. Ha una buona testa. E’ un vero combattente coraggioso”.

Gli è stato chiesto un consiglio da diffondere a chi vuole intraprendere una carriera sportiva nel mondo equestre. “Lavorare mantenendo vivo l’obiettivo e non mollare mai”, ha risposto il cavaliere, che, seppur apparentemente deciso, o meglio, “tedesco”, lascia intendere che nell’equitazione occorre dare molto spazio “alla pazienza e flessibilità”.

Foto di Gunnar Merrild

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