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Come noto è stata istituita dal CONI una Commissione composta da Franco Chimenti, Alberto Miglietta, Alfredo Gavazzi, Francesco Rocco, Andrea Mancino e Fabrizio Raymondi finalizzata a gestire gli aspetti fiscali rilevanti nel mondo sportivo ed i conseguenti rapporti con l'Agenzia delle Entrate, istituendo un tavolo tecnico per esaminare ed affrontare le diverse problematiche connesse al mondo dell’associazionismo sportivo oltre che per individuare modalità di semplificazioni degli adempimenti tributari, favorendo una corretta interpretazione ed applicazione della normativa di riferimento.

 

Un fondamentale confronto istituzionale tra gli operatori del mondo sportivo e l’Amministrazione finanziaria per condividere e approfondire le questioni più significative che caratterizzano il comparto sportivo.

 

All’atto della nascita di questo tavolo tecnico il CONI ha invitato tutte le singole Federazioni ad astenersi da iniziative individuali, men che meno se effettuate a livello territoriale presso le Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate, posto che le problematiche in atto superano i confini regionali o quelli delle singole Federazioni per coinvolgere tutto il mondo dello sport a livello nazionale.

 

A questa direttiva si è attenuta la Federazione organizzando vari e proficui incontri, nonché mantenendo continui contatti tra il Presidente Vittorio Orlandi ed il Segretario Generale Avv.Walter Caporizzi e il coordinatore della citata Commissione CONI dott. Andrea Mancino. 

 

Il Presidente Orlandi aveva rappresentato al CONI le principali problematiche fiscali che coinvolgono il comparto equestre in Italia, chiedendo che fossero poste in discussione.

 

Uno dei problemi posti era quello relativo al trattamento dei compensi percepiti dalle associazioni per il ricovero dei cavalli.

 

Su tale punto, in attesa della emanazione della circolare da parte dell’Agenzia delle Entrate, ci è stato confermato che tali compensi possono essere considerati connessi all’attività istituzionale (e quindi decommercializzati), purchè l’attività di ricovero sia svolta in diretta attuazione degli scopi istituzionali dell’associazione, valutando caso per caso il contenuto degli accordi tra l’asd e il socio.

 

In particolare le prestazioni di ricovero di cavalli che, per contenuto, termini e modalità di effettuazione, vanno al di là del necessario per consentire al socio lo svolgimento dell'attività sportiva di equitazione nell’ambito dell’associazione non potranno essere ricondotte nell'ambito delle attività decommercializzate dalla norma fiscale, ma saranno considerate attività commerciali.

 

Pertanto, risulterà determinante per la verifica del requisito della diretta attuazione degli scopi istituzionali, dimostrare che l’associato partecipi attivamente alla vita dell’associazione e che il possesso del cavallo sia funzionale all’attività stessa dell’ente e non un mero espediente per ricoverare l’animale a condizioni più vantaggiose sia per l’associazione (detassazione dei proventi), sia per il proprietario (prezzi più vantaggiosi in quanto esclusi dall’applicazione dell’IVA).

 

Si tratta di un importante risultato che chiarisce definitivamente che la cosiddetta pensione dei cavalli, se correttamente gestita in base alle regole degli enti senza scopo di lucro, è attività istituzionale e quindi detassata. Questa delucidazione porrà fine a tutte quelle contestazioni che hanno ritenuto i proventi derivanti dalla pensione dei cavalli (indipendentemente dalla corretta gestione o meno della stessa nell’ambito associativo), commerciali e, come tali, assoggettabili ad IVA e ad imposizione diretta.

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