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LogoFISELe tappe della vicenda e la posizione della Federazione

 

Il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, riunitosi il 4 c.m., ha confermato, su conforme richiesta della Procura Generale dello Sport, la squalifica a quattro mesi di sospensione e 10.000,00 euro di ammenda comminata a Vincenzo Truppa per violazione degli obblighi di lealtà sportiva in relazione alla avvenuta vendita del cavallo Eremo del Castegno, rigettando l’impugnazione proposta dal sig. Truppa e condannandolo anche alla rifusione delle spese legali a favore della Federazione.

 

Si chiude così, definitivamente la vicenda per l’aspetto sportivo che ha visto il sig. Truppa condannato in tutti i gradi di giudizio. 

 

In questi mesi, in attesa di un pronunciamento definitivo, la Federazione ha adottato il massimo riserbo sull’accaduto, evitando qualsiasi polemica che potesse creare ulteriore danno allo sport.

 

Oggi, terminato il processo sportivo e visto il clamore mediatico provocato dal caso e dalla circolazione di notizie spesso inveritiere o incomplete o strumentali, la Federazione intende rendere noti i fatti obiettivamente accaduti confidando che il sig. Truppa, quale tesserato e sportivo, voglia accettare le unanimi e definitive decisioni emesse da tre distinti organi giudicanti.

 

Come noto la Procura federale ha proceduto contro Vincenzo Truppa in quanto, quale Presidente della ASD Monferrato, ha venduto il cavallo Eremo del Castegno a un cavaliere brasiliano nonostante l’esistenza di un vincolo contrattuale che gli imponeva di tenere a disposizione di Valentina Truppa il cavallo sino alle Olimpiadi di Rio 2016 e, soprattutto, nonostante varie diffide, inviate dalla Federazione alla Associazione, a rispettare detto obbligo contrattuale.

 

Infatti il contratto, sottoscritto nel 2012 e valido sino al 2016, tra la Fise e la ASD Monferrato prevedeva, a fronte del versamento a favore di quest’ultima della ingente somma annua di € 70.000,00 (pari al 30 per cento del budget del dipartimento dressage) alcuni impegni tra i quali, testualmente, quello di “mantenere a disposizione all’amazzone federale Valentina Truppa i cavalli Eremo del Castegno e Chablis per l’attuazione delle finalità di cui al precedente art. 2 (n.d.r. predisporre e seguire un programma di lavoro per Eremo e Chablis finalizzato a giungere alle Olimpiadi di Rio) e comunque sino allo svolgimento dei Giochi Olimpici di Rio De Janeiro 2016” (art. 5 del contratto sottoscritto tra le parti).

 

L’inadempimento anche a una sola delle obbligazioni sottoscritte avrebbe comportato la risoluzione dell’accordo e la restituzione alla FISE da parte dell’ASD Monferrato dell’importo ricevuto (così prevede l’art. 10 del contratto).

 

Grazie anche a tale supporto economico di complessivi € 280.000,00 (dal 2012 al 2015 di solo contributo cui si aggiungono i premi e i sovrappremi), erogati sempre con puntualità, Valentina Truppa si è qualificata per partecipare alle Olimpiadi di Rio sia con il proprio cavallo di punta Eremo del Castegno sia con il più anziano Chablis (posizionato, però, a livello largamente inferiore al primo nel ranking mondiale).

 

Nel dicembre 2015 il sig. Truppa comunicava alla Federazione che un signore brasiliano, che voleva partecipare personalmente alle Olimpiadi (il Brasile era partecipante di diritto in quanto paese ospitante), era interessato all’acquisto di Eremo e che quest’ultimo era in condizioni fisiche tali da prevederne l’inutilizzabilità futura a fini agonistici. La Federazione, che apprendeva solo in quel momento le supposte negative condizioni di Eremo, comunicava al sig. Truppa più volte, in forma scritta, la propria opposizione alla vendita del cavallo in quanto tale vendita sarebbe avvenuta in violazione del contratto; la Federazione si asteneva ovviamente dal firmare accordi di riservatezza finalizzati a tacere sulle presunte condizioni di inutilizzabilità di Eremo.

 

Ciò nonostante l’ASD Monferrato, ignorando i precisi moniti della Federazione e in aperta violazione del contratto citato, vendeva nel dicembre 2015 il cavallo al cavaliere brasiliano Jorge Ferreira da Rocha per un prezzo imprecisato.

 

La vendita del miglior cavallo italiano da dressage, su cui la Federazione aveva investito una così rilevante somma (e le cui condizioni fisiche, anche ove ipoteticamente non fossero state ottimali, potevano certamente essere oggetto di adeguate cure mancando ancora otto mesi ai Giochi Olimpici), ha con tutta evidenza danneggiato la Federazione che, pur in forte crisi economica, aveva affrontato rilevanti sacrifici per assicurarsi la chance di competere con successo alle Olimpiadi di Rio 2016.

 

Per tali motivi, oltre all’azione disciplinare, è stata anche introdotta, per decisione unanime del Consiglio Federale, una causa civile con richiesta di restituzione dell’importo versato e risarcimento del danno la cui prima udienza è fissata nel novembre 2016 avanti al Tribunale di Roma.

 

Nel frattempo, per poter avere un quadro completo dell’accaduto, si è avviata anche una indagine sulle modalità di vendita e sulla pregressa titolarità di Eremo, posto che nel contratto l’ASD Monferrato aveva dichiarato di esserne la proprietaria (tanto da aver goduto dei contributi federali agevolati), mentre, al contrario, parrebbe che la vendita del cavallo sia avvenuta da parte di una diversa società lucrativa denominata Valgan s.r.l. di proprietà di Valentina e Gabriele Truppa, figli di Vincenzo Truppa.

 

Si è, quindi, richiesta una verifica della titolarità della proprietà del cavallo presso il Mipaaf ma sia l’ASD Monferrato sia Valgan s.r.l. si sono opposte avanti al Tar del Lazio non volendo che a Fise sia concesso accedere a detti dati. L’udienza relativa a tale opposizione è fissata per il 11 ottobre p.v.

 

Infine per quanto concerne l’assenza del sig. Truppa alle Olimpiadi di Rio appare necessario precisare che lo stesso, di fronte alla Corte federale d’Appello all’udienza del 20 luglio 2016, ha rifiutato la proposta di emissione della decisione successivamente alle Olimpiadi richiedendo, invece, una decisione immediata. 

 

Essendo sospesa l’esecuzione della pena comminata in primo grado, lo spostamento della sentenza d’appello avrebbe permesso al sig. Truppa di seguire tecnicamente la figlia alle Olimpiadi.

 

Nonostante il rifiuto di cui sopra e la conseguente conferma della condanna, la Fise ha ancora offerto al sig. Truppa, pur squalificato, sia l’ospitalità a Rio (a spese Fise) quale delegato dal proprietario del cavallo Chablis sia la garanzia di ingresso nella zona scuderie e nelle zone di allenamento. Anche tale offerta è stata rifiutata dal sig. Truppa il quale chiedeva un diverso trattamento sia di qualifica sia economico non previsto dalla Fise (quello, cioè previsto per i tecnici federali quale il sig. Truppa non è).

 

Tutte le azioni intraprese dalla Federazione si inseriscono, quindi, nell’opera di risanamento economico e di conseguimento del rispetto delle regole sportive e etiche alla quale questa dirigenza è stata chiamata dall’assemblea elettiva così come dal Coni dopo lo sventurato periodo pregresso che, come noto, ha portato la Federazione al default e al conseguente commissariamento. 

 

Spiace che quanto accaduto abbia coinvolto nomi noti nell’ambiente ma laddove vi siano violazioni, quali quelle ormai accertate definitivamente dal punto sportivo, l’attuale Federazione non ravvede percorsi alternativi a quelli dell’eguaglianza di tutti di fronte alla legge sportiva e ordinaria.

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