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Arena Fise 2019

Pettena Paolo energy for meIl para reining ha conquistato pubblico e addetti ai lavori sulla sabbia di Verona: fra le tribune gremite, fra gli altri, da tante scolaresche, un posto di primo piano era riservato alla nuova disciplina della Federazione italiana sport equestri nell’elegante contesto di Elementa Masters Premiere, dove si è tenuto il primo evento internazionale riconosciuto da World Para Reining nel Vecchio Continente. Lo sguardo di Elementa, che si è già proposta come primo Centro federale per la specialità, è da sempre attento e focalizzato su questi “reiner speciali”, la cui gara aveva un added money ben 10mila euro.  

 

Dieci cavalieri dei 12 iscritti si sono presentati all’importante appuntamento che avvia un processo inteso a dare sempre più visibilità a questa categoria di reiner; due gli stranieri che purtroppo si sono dovuti ritirare per infortunio, di cui uno che intendeva affrontare addirittura il viaggio da oltreoceano. Francesca Sternberg, chef d’équipe della squadra britannica qui a Verona, ha commentato: «Credo che con questo evento a Verona, Elementa abbia creato un favoloso palcoscenico per il reining a livello mondiale. Penso che sia un evento esaltante per il nostro sport e siamo contentissimi di essere presenti qui».

 

Sul gradino più alto sul podio è salito il penultimo cavaliere a solcare la sabbia dell’arena di Elementa, Paolo Pettena, con il suo Energy For Me, uno stallone sauro di 10 anni affettuosamente chiamato “Nanetto” per motivi che si possono ben immaginare. Il binomio, che ha sviluppato una magnifica intesa nei tre anni e mezzo passati insieme sotto la guida del trainer Nicola Cordioli, ha marcato un robusto 214. «Prima di entrare in arena», dice Paolo, «ripasso il pattern e mi vengono in mente le parole di Nic che mi dice spesso di rallentare. Io ci provo, ma…». Alessandro Pavoni, il referente nazionale Fise Para Reining che conosce gli atleti uno per uno, sottolinea che Paolo, Nicola e Nanetto hanno ormai creato quello che lui chiama un “trinomio” ben collaudato: cavallo e cavaliere avevano infatti esordito a livello nazionale nel primo Campionato Fise di specialità, disputatosi lo scorso anno durante il Reining Futurity di Cremona, vincendolo. «La cosa che più apprezzo di questo mio cavallo», conclude il para rider vicentino, «è la sua lealtà e disponibilità; non ti tradisce mai… Prevedo una lunga carriera insieme.  Ringrazio lui, il mio cavallo, ma anche il mio trainer Nicola che mi aiuta in tutti sensi: non solo con i consigli tecnici, ma con i suoi continui incoraggiamenti. Mi segue capendo i miei problemi. Inoltre, sono tante altre le persone che mi danno una mano: con il trasporto fin qui, per esempio, o con compiti apparentemente minori, come prendere l’acqua o il mangime per il cavallo: tutte cose che non riuscirei a fare da solo. Senza di loro non sarei qui».

 

In piazza d’onore con un 212 – il suo record personale - si è piazzato l’inglese Wayne Michael Lightbown, insieme al castrone Legendary Chuka, “Easy” per gli amici, che lo accompagna in quest’avventura da circa un anno. Il percorso in sella di questo cavaliere è stato lungo, iniziato con completo, salto ostacoli e dressage; poi la scelta obbligata del para dressage per approdare infine, 18 mesi fa, al para reining, uno sport che adesso ama. Il consiglio più frequente che anche questo cavaliere “entusiasta” riceve da trainer e amici è: «Vai piano!». «L’esperienza qui a Verona è stata incredibile», dice, «non ho mai gareggiato in un contesto così bello. Mi sto godendo ogni attimo».